Via libera al DEF dal Parlamento, che chiede penalità soft per flessibilità pensioni, rafforzamento ecobonus, attenzione a sanità nella spending review

01 maggio 2016

Via libera con 351 voti a favore, il 27 aprile scorso, anche alla Camera alla risoluzione di maggioranza sul DEF, che contiene gli impegni per il Governo in vista della legge di Stabilità 2017: da interventi sulle pensioni per assicurare la flessibilità in uscita anche con "penalità" e con misure selettive, all'esclusione dalla revisione delle tax expenditure di detrazioni su lavoro, famiglia, ecobonus; da interventi su banche, famiglia, sud, alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia che nel 2017 farebbero aumentare Iva e accise. La risoluzione approvata al Senato è del tutto analoga a quella approvata dalla Camera se non per l'inserimento del chiarimento che non si intende mettere mano alle pensioni di reversibilità, come si era invece inizialmente supposto nell'ambito del disegno di legge Povertà.

Più in dettaglio, studiare un intervento sulle pensioni sostenibile per i conti pubblici ma anche per chi dovesse decidere di ritirarsi in anticipo dal lavoro, attraverso un meccanismo di penalizzazioni che non sia troppo oneroso, è la richiesta al Governo del Parlamento, che con la risoluzione al Def ha anche autorizzato a spostare al 2019 il pareggio di bilancio. Richiesta che si inserisce nell'acceso dibattito delle ultime settimane sulla previdenza, con i sindacati in pressing perché dal governo arrivi una proposta concreta sulla quale confrontarsi al più presto con le parti sociali, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, che ribadisce l'opportunità di immaginare un mix di interventi (un modello con tre platee, lavoratori occupati, disoccupati ed in esubero, per ciascuna delle quali andrebbero individuate soluzioni ad hoc), tutti che minimizzino il costo a carico delle casse dello Stato. Nel testo delle risoluzioni di Camera e Senato la maggioranza chiede esplicitamente che la questione della flessibilità in uscita venga affrontata quest'anno invitando il Governo ''ad adottare ogni iniziativa utile a promuovere, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, interventi in materia previdenziale volti a introdurre elementi di flessibilità'' per la pensione, ''anche con la previsione di ragionevoli penalizzazioni". La stessa risoluzione di maggioranza indica tra le possibilità anche quella di interventi "selettivi" per alcune categorie specifiche, come "nei casi di disoccupazione involontaria e di lavori usuranti".

Ancora. Il Governo si impegna a "promuovere la contrattazione collettiva aziendale-territoriale, tenendo conto delle intese maturate tra le parti sociali relativamente alla rappresentanza, alla consultazione dei lavoratori interessati e all'efficacia ed esigibilità dei contratti stessi, salvaguardando il ruolo dei contratti nazionali di lavoro". Si sollecita l'Esecutivo a inserire in legge Stabilità gli sgravi per i neo-assunti al Sud, soprattutto donne. Il Governo poi dovrà "proseguire nell'azione di rafforzamento del sistema bancario, reso più resiliente, moderno e competitivo grazie alle misure approvate e in fase di attuazione, promuovendo ulteriori e rapidi interventi, anche in materia di giustizia civile, che accelerino la dismissione dei crediti in sofferenza da parte delle banche". Lo stop alle clausole di salvaguardia che eviteranno l'incremento dell'Iva dovrà essere compensato dagli spazi di flessibilità conncessi dalla Ue e da un "mix" di tagli alla spesa pubblica compresa la revisione delle tax expenditures (con l'esclusione di quelle riguardanti il lavoro, la famiglia e gli eco-bonus per le ristrutturazioni edilizie e le riqualificazioni energetiche, "che vanno invece rafforzate"). Il Governo si impegna infine ad andare avanti con la spending review sui beni e servizi intermedi e sulle società partecipate, in particolare per quanto riguarda i servizi pubblici locali. Nel testo del documento si legge che l'esecutivo si impegna "a proseguire nel percorso di revisione della spesa, accentuandone l'azione selettiva, dando priorità agli interventi sui beni e servizi intermedi e sulle società partecipate, come occasione di sviluppo di processi aggregativi e di crescita industriale del settore dei servizi pubblici locali, anche al fine di reperire risorse aggiuntive per sostenere la domanda aggregata e la competitività del Paese; ad assicurare che l'azione di spending review in ambito sanitario sia condotta attraverso recuperi di efficienza senza riduzione dei servizi". Clicca a questo link per leggere la risoluzione al Def integrale approvata alla Camera.

Tra le dichiarazioni di voto pronunciate in Aula dai Gruppi della maggioranza ho condiviso in modo particolare quella del Collega Bruno Tabacci (clicca qui per leggere le sue dichiarazioni di voto) che ha evidenziato le difficoltà di fare previsioni nel contesto economico attuale, gli elementi positivi che si stanno comunque registrando, i limiti delle politiche europee (“si profila la necessità di una scelta tra populismo e federalismo”, pena l’arrivo al capolinea del progetto europeista), la necessità nel nostro Paese del “perseguimento per regioni ed enti locali di una reale autonomia e responsabilità finanziaria, la cosiddetta autonomia impositiva, superando definitivamente il sistema di finanza derivata che comprime responsabilità, penalizza gli investimenti e incide negativamente sulla qualità della spesa… Come faremo ad individuare l'amministratore capace da quello che tale non è se non lo mettiamo in condizione di valutare e di disporre di strumenti adeguati per essere poi valutato in quanto tale dai suoi concittadini?”

Musica per le mie orecchie federaliste. Che conferma la necessità di procedere ad una correzione di rotta rispetto alle scelte di politica fiscale degli ultimi anni.


pubblicata il 01 maggio 2016

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