Referendum, Zaia rilancia la sfida a Renzi -Il Giornale di Vicenza

19 aprile 2016

Pagina 6, Regione

VENEZIA«Ringrazio tutti i veneti, 1 milione e 192 mila, che hanno votato sì. Se fossi il presidente del Consiglio - attacca il governatore veneto Luca Zaia il giorno dopo il "no quorum" sulle trivelle - qualche problema me lo farei, perché ci sono 13 milioni di italiani che sono andati a dire sì, ed è come avessero detto a Renzi "fatti gli affari tuoi", visto che lui aveva detto che non bisogna andare a votare e che il referendum è una bufala. Si ricordi che il quesito è stato autorizzato dalla Corte costituzionale. Adesso abbiamo capito: da oggi le uniche concessioni che non hanno mai fine sono quelle dei petrolieri, gas e petrolio. Sono convinto che sia lesivo della libera concorrenza, e che un bel ricorso all'Europa va fatto». Ma Zaia va ben oltre e lancia la sfida a tutto campo a Renzi sul referendum per la modifica della Costituzione in autunno: «Se Renzi, vedendo l'esito della consultazione sulle trivelle, pensa che il referendum costituzionale di ottobre sarà una passeggiata, si sbaglia di grosso. Noi siamo pronti e chiediamo al Governo se ha il coraggio di indire un "election day" mettendo assieme il nostro referendum sull'autonomia. Il nostro referendum autonomista con quello centralista del Governo. Il nostro modello, che vogliamo simile alla Germania, con il loro che è simile alla Grecia. L'astensionismo non ci sarà, statene certi».

Il presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, che era nel comitato promotore: «A settembre l'obiettivo della Regione non era il referendum ma cambiare la norma: su 6 quesiti proposti tre sono stati recepiti, ma due sono stati aggirati e l'ultimo è stato confermato sulla Legge di stabilità ed è stato peggiorato, come spiega la Corte costituzionale. Questo referendum ha un merito: si è parlato di politica energetica, finalmente, al di fuori dei quartierini di amici e "morosi" vari (il riferimento è alla vicenda Guidi-Gemelli) e questo può essere positivo perché i ministri si sono presi l'impegno di affrontare il tema. Il Veneto ha dato un buon risultato e ha dimostrato che come ente abbiamo lavorato bene. Non si poteva fare di più con Pasqua di mezzo: non c'è mai stato un referendum in tali condizioni».

Il sindaco veronese Flavio Tosi (Fare!) canta vittoria: «Siamo un Paese che ha una bolletta energetica carissima e, dopo aver fatto per due volte la scelta sbagliata di rinunciare al nucleare, ci mancava solo che non permettessimo più l'estrazione principalmente del gas o del petrolio quando, invece, possiamo farlo in maniera regolare e sicura sul nostro territorio».

Sul fronte del Pd il deputato renziano Roger De Menech dà un'altra lettura: «I veneti, al pari di un'ampia maggioranza di italiani, hanno affermato un convinto sostegno alle politiche energetiche e ambientali attuate dal governo. Massimo rispetto per le cittadine e i cittadini che sono andati a votare esprimendo un sì o un no, ma anche per chi ha deciso di non esprimersi». Per l'on. Simonetta Rubinato è stato «un autogol delle Regioni promotrici: il referendum non si doveva fare stante l'unico quesito prettamente tecnico-normativo rimasto in vita dei sei iniziali. Bastava si trovasse un'intesa Regioni-Governo. Temo che i nove presidenti che hanno promosso il referendum abbiano reso un cattivo servizio alla causa della difesa del ruolo delle Regioni rispetto a quello dello Stato». E la sen. Laura Puppato accusa: su un quesito tecnico si è creata «un'aggressione politica sul Governo che certo non ha aiutato e ha reso conflittuale e poco razionale il voto. Resta lo stimolo al Governo e al Parlamento a trovare nuove soluzioni. Nessuno credeva di risolvere il problema energetico con una "x" sulla casella del Sì: serve una strategia di lungo periodo, che sappia pianificare da qui al 2020 il progressivo abbandono delle fonti fossili».

Il Movimento 5 Stelle col capogruppo Jacopo Berti e gli altri consiglieri accusa il mancato accorpamento con le elezioni di giugno e propone il superamento del quorum nei referendum regionali e l'istituzione del referendum approvativo senza quorum: «Il voto elettronico in diverse forme è già adottato in molti Paesi: la proposta per effettuare referendum regionali in questo modo, fatta dai nostri colleghi in Lombardia, è stata approvata. Possiamo fare lo stesso in Veneto. Questo comunque è il primo referendum della storia d'Italia promosso dalle Regioni. Insieme a 15 milioni di italiani abbiamo scritto una pagina di storia del nostro Paese».

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pubblicata il 19 aprile 2016

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