Tweet Puppato: è fuga di cervelli... - La Tribuna di Treviso

06 dicembre 2016

Pagina 12, Primopiano

VENEZIA Amarezza e nervi tesi nel Pd veneto. La bruciante sconfitta renziana ha lasciato il segno, inducendo la senatrice trevigiana dem Laura Puppato ad un tweet stizzito - «A pensarci bene, c’è stata la fuga di cervelli. Forse per questo all'estero ha vinto il Sì» - che ha suscitato un vespaio; «Continuate con la spocchia che vi allontana dalla gente», la replica più morbida sul web; «Ho recuperato un invito di Grillo a votare di pancia, mi spiace se qualcuno si è sentito offeso, ma dopo una campagna in cui si è dato sfogo ad ogni perversione, definendoci serial killer, despoti, analfabeti e traditori della patria, non mi aspettavo certo d’essere in un collegio di educande prive di qualsiasi ironia», replica lei; a criticarla severamente, però, è lo stesso vicesindaco di Treviso: «Non posso credere che una senatrice del mio partito abbia scritto una cosa simile», afferma Roberto Grigoletto, «il voto dei cittadini è sovrano, spero che Puppato si scusi pubblicamente. Magari dopo aver ascoltato il discorso di grande dignità e spessore politico di Matteo Renzi: “È stata una grande prova di democrazia e l'alta percentuale di afflusso alle urne fa sperare nel riavvicinamento dei cittadini alla politica e ai suoi strumenti”. Questa è la democrazia e questo è rispetto delle istituzioni. Se chi le rappresenta non ci crede dovrebbe farsi una domanda e darsi una risposta». Toni delusi ma pacati, invece, da Alessandra Moretti. La capogruppo in Consiglio regionale, silenziosa nella notte elettorale che ha trascorso al Nazareno accanto a dirigenti e ministri: «Un’occasione persa per il Paese ma il Pd si conferma essere l'unico partito riformista e Matteo Renzi il solo leader in grado di incarnare il cambiamento. Certo, volevamo un altro risultato, ma questo è il momento della riflessione e del rispetto del voto espresso da una larghissima maggioranza degli italiani. Spiace che le ragioni del No abbiano trasformato il referendum sulla Costituzione in un voto politico e che oggi l’Italia si risvegli ancora una volta senza le riforme necessarie per renderla davvero competitiva»; «Penso che ora dobbiamo ripartire dai 13 milioni di Sì, tutti imputabili a Renzi, che si conferma l'unico leader in campo in grado di incarnare il riformismo di cui si parla da decenni. I voti del No invece vanno a un fronte eterogeneo che deve spezzettarsi il consenso come nella miglior tradizione italiana». Twitta anche la senatrice bassanese Rosanna Filippin, alternando delusione e sollievo: «Il risultato è chiaro. Il Sì è stato sconfitto ed io sono tra gli sconfitti. Anche se il seggio al Senato è salvo». «Non c’è dubbio che nel voto si è espressa in una certa misura larabbia e l’insofferenza di milioni di italiani che stanno ancora soffrendo per la mancanza di un lavoro e di prospettive per i nostri giovani», riflette infine la parlamentare Simonetta Rubinato «tuttavia il timore di che la parte di riforma ricentralizzasse potere e risorse a Roma non ha aiutato la campagna del Sì. Sarebbe stato bene spendersi di più a favore dell’autonomia». Filippo Tosatto

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pubblicata il 06 dicembre 2016

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