Il 7 ottobre scorso ho avuto il piacere di visitare l’azienda Keyline di Conegliano, una dei tre principali competitors del key business mondiale. Accolta da Massimo Bianchi e Mariacristina Gribaudi ho visitato, insieme a Lorena Andreetta, il reparto di produzione di chiavi e macchine duplicatrici destinate a tutto il mondo e il museo delle chiavi, che ho scoperto essere la più ampia collezione privata esistente, incontrando anche i dipendenti. Alcuni di essi, ho saputo, avevano chiesto il cambio di turno per potermi salutare e la cosa mi ha sinceramente commosso. Significativo anche l'angolo dedicato all'esposizione dei lavori fatti con le chiavi di scarto dalle scolaresche in visita. Keyline è una realtà imprenditoriale d'eccellenza, in cui il capitale umano è al primo posto, in un mix di lavoratori di grande esperienza e di tanti giovani e donne, un’azienda di cui si percepisce bene l’anima sociale, erede di una storia che fonda le sue radici in Cadore, dove il primo capostipite della famiglia Bianchi nel 1770 diede inizio a questo family business. Oggi siamo all'ottava generazione, con i figli di Massimo e Mariacristina al lavoro nelle filiali commerciali nel mondo. Keyline è uno degli esempi che nel nostro territorio rappresentano quel modello di Industria 4.0 su cui il Governo vuole scommettere per il rilancio del Paese.