Pagina 19, Lettere & Opinioni
di Simonetta Rubinato*
Lorenzo Guerini, neo garante dell'attività politica e istituzionale del Pd veneto, ha convocato per lunedì a Padova l'assemblea regionale, sciolta il 9 aprile scorso, con i parlamentari, i consiglieri regionali e i segretari provinciali per discutere del prossimo appuntamento referendario, tesseramento e organizzazione del congresso. L'auspicio è che l'intera dirigenza veneta sia consapevole che il referendum sulla riforma costituzionale è un passaggio storico sul piano istituzionale per il superamento del bicameralismo paritario, con la sola Camera che darà la fiducia al Governo. Mentre il nuovo Senato sarà la voce delle autonomie territoriali, tanto più se ne faranno parte - come spero - i Presidenti delle Regioni, che potranno così partecipare alla funzione legislativa. Un Senato che avrà anche innovativi compiti di controllo come la valutazione delle politiche pubbliche, dell'attività delle pubbliche amministrazioni e la verifica dell'impatto sui territori delle politiche dell'Unione europea. Ma l'esito del referendum sarà pure cruciale per il quadro politico e i nuovi equilibri che si determineranno, non solo all'interno dello stesso Pd. Non è quindi l'ora delle divisioni interne, tanto meno in Veneto, dove il nostro partito non è certo maggioritario ed ha estremo bisogno di riconnettersi al sentiment della società veneta. Una società che guarda con interesse alla modernizzazione delle istituzioni democratiche perché aperta alle sfide del cambiamento, ma che proprio per questo manifesta da tempo anche il bisogno di una maggiore autonomia per esprimere tutte le proprie potenzialità. Istanze di autogoverno ad oggi rimaste frustrate - nonostante il principio sancito dall'art. 5 della Costituzione -, ma che avranno per la prima volta modo di esprimersi nel prossimo referendum consultivo regionale, ammesso dalla Corte Costituzionale, a favore dell'Autonomia. Sarà un passaggio democratico storico. La partecipazione popolare darà infatti la forza e le motivazioni, sia al governo regionale che a quello nazionale, per attuare finalmente il regionalismo differenziato, mantenuto nel nuovo art. 116 della riforma costituzionale.A distanza di 150 anni dal Plebiscito che vide l'annessione del Veneto all'Italia, ai veneti si presenta dunque l'occasione di rinnovare il patto costituzionale attraverso un doppio Sí, al referendum nazionale del prossimo 4 dicembre e a quello regionale sull'autonomia della prossima primavera. Ecco perché auspico che il Partito Democratico del Veneto, in coerenza con lo spirito del suo Statuto organizzato su base federale, sia protagonista di questo doppio passaggio di democrazia diretta. Sostenere da subito il Sì al referendum sull'Autonomia significa anche lavorare in modo più efficace per il successo in Veneto del referendum sulla riforma costituzionale.
*parlamentare Pd