Autonomia, lasciare la partita del referendum in mano a Zaia non è fare l'interesse dei veneti

18 ottobre 2016

“Purtroppo c’è già stato chi ha fatto il gioco di Zaia, spianandogli la strada nella riconferma trionfale a governatore nonostante la spaccatura del centrodestra. E quindi sarebbe ora di cambiare la linea politica fallimentare del Pd Veneto, magari ritornando allo spirito del nostro Statuto organizzato su base federale e aperto alla più larga partecipazione dei cittadini. Per questo sarebbe irresponsabile perdere l'occasione, che ci è data con la partita storica del referendum sull'autonomia del Veneto, di rimettere il partito democratico regionale in sintonia con il sentiment dei veneti. Proprio noi che nella riforma costituzionale abbiamo introdotto lo strumento del referendum propositivo o d'indirizzo vogliamo togliere loro la possibilità di esprimersi su una partita tanto importante per lo sviluppo del nostro territorio?". Ad affermarlo è Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd che replica così a quanti, all’interno del suo partito, storcono il naso rispetto all’utilità della consultazione referendaria. “Resto allibita da queste reazioni – spiega la deputata – perché confermano la lontananza di questa dirigenza dal comune sentire dei veneti e la conseguente incapacità di costruire un'alternativa a chi governa la nostra Regione”.

Per l’on. Rubinato "il Pd del Veneto non deve rischiare di trovarsi tra qualche mese a rimorchio del Presidente Zaia, quando sarà indetto il referendum sull’autonomia, ma dovrebbe essere da subito protagonista di un passaggio di democrazia diretta che non solo dà alla Regione la forza popolare necessaria per ottenere a Roma spazi di autonomia, adeguati anche sul piano finanziario, attraverso lo strumento del negoziato previsto dal 2001 in Costituzione e rafforzato da una norma del 2014 introdotta in forza di un mio emendamento. Ma aiuterà anche il Governo a meglio motivare le ragioni per riconoscere maggiori spazi di autonomia al Veneto per avvicinarlo alle due regioni speciali confinanti".   

“Sono convinta che lavorare per il Sì al referendum sull'autonomia – spiega infine - significa lavorare in modo credibile anche per il Sì alla riforma costituzionale, contrastando in modo più efficace chi sta strumentalizzando politicamente questa sfida contro il Governo. E significa anche lavorare per attuare finalmente l’art. 5 della Costituzione che nella promozione delle autonomie riconosce lo strumento di garanzia dell’unità della Repubblica”.

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pubblicata il 18 ottobre 2016

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