Pagina 3, Primopiano
VENEZIA Una soluzione potrebbe essere quella di applicare la teoria dei costi standard anche alla scuola. A lanciare la proposta al Ministero dell’istruzione sono in queste ore i parlamentari eletti nella circoscrizione Veneto. «Secondo i calcoli della Cisl – spiega Simonetta Rubinato, del PD – se fosse applicato in tutta Italia lo stesso rapporto alunni - docenti sulla base della media nazionale il Veneto avrebbe diritto a 800 insegnanti in più». Il rapporto, in media di un insegnante ogni 12,7 alunni in Veneto scende in modo radicale infatti sia nella media nazionale (a 12,3) sia in alcune regioni in cui tocca valori bassissimi. «Nel nostro caso – spiega Cuppani – il numero di studenti per insegnante è uno dei più alti d’Italia. Il Veneto insomma è penalizzato senza che ci sia un vero motivo. Siamo sempre stati una delle regioni più efficienti e questa è la risposta». «Mi sembra ridicolo – dice Salvatore Mazza della Cgil – ogni anno sembra che i posti in meno siano da togliere solo nella nostra Regione». Nel gioco delle parti, insomma, in Veneto i rapporti di forza cambiano. Non ci sono i sindacati da una parte sulle barricate e dall’altra l’ufficio scolastico regionale. C’è una voce unica, sgomenta, che tiene conto dei numeri e chiede chiarezza al Governo. A questa voce, dopo la corsa a breve termine per risolvere le emergenze urgenti, si unirà quella dei parlamentari. E sarà dunque proprio sulla modifica del sistema di nomina che vorrebbero puntare. «Saremo uniti nella richiesta al Governo delle modifiche normative – dice Rubinato -l’adeguamento degli organici di diritto necessari a salvaguardare la qualità del sistema formativo di questa regione è necessario. Con la riforma della Buona Scuola si è tornati ad investire sul sistema scolastico nazionale, ma questa penalizzazione della scuola veneta non è ancora superata, anche perché richiede di modificare gli organici del diritto delle diverse regioni, con un riequilibrio nazionale che, se avvantaggia alcune zone è sfavorevole per altre».