Al Senato il testo per la prevenzione e il contrasto di bullismo e cyberbullismo approvato alla Camera 

24 settembre 2016

La Camera dei Deputati ha approvato il 20 settembre scorso la proposta di legge in materia di misure per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyber bullismo. Queste le principali misure in essa contenute:

IDENTIKIT DEL BULLO - Entra per la prima volta nell'ordinamento una puntuale definizione legislativa di bullismo e cyberbullismo. Bullismo è l'aggressione o la molestia ripetuta a danno di una vittima in grado di provocarle ansia, isolarla o emarginarla attraverso vessazioni, pressioni, violenze fisiche o psicologiche, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni. Se tali atti si realizzano con strumenti informatici si ha il cyberbullismo: il bullismo telematico e informatico. 

OSCURAMENTO DEL WEB - Chi è vittima di cyberbullismo (o anche il genitore del minorenne) può chiedere al titolare del trattamento, al gestore del sito internet o del social media di oscurare, rimuovere o bloccare i contenuti diffusi in rete. Se non si provvede entro 48 ore, l'interessato può rivolgersi al Garante della Privacy che interviene direttamente entro le successive 48 ore.

DOCENTE ANTI-BULLI IN OGNI SCUOLA - In ogni istituto tra i professori sarà individuato un referente per le iniziative contro il bullismo e il cyberbullismo. Al preside spetterà informare subito le famiglie dei minori coinvolti in atti di bullismo e, se necessario, convocare tutti gli interessati per adottare misure di assistenza alla vittima e sanzioni e percorsi rieducativi per l'autore. Più in generale, il Miur ha il compito di predisporre linee di orientamento di prevenzione e contrasto puntando, tra l'altro, sulla formazione del personale scolastico e la promozione di un ruolo attivo degli studenti, mentre ai singoli istituti è demandata l'educazione alla legalità e all'uso consapevole di internet. Alle iniziative in ambito scolastico collaboreranno anche polizia postale e associazioni territoriali. 

STRETTA SU STALKING TELEMATICO - Viene rafforzata l'attuale aggravante per gli atti persecutori online specificandone meglio i contorni. Lo stalker informatico sarà ora punito con la reclusione da uno a sei anni e analoga pena varrà se il reato è commesso con scambio di identità, divulgazione di dati sensibili, diffusione di registrazioni di fatti di violenza o minaccia. In caso di condanna scatta la confisca obbligatoria di cellulari, tablet o pc. 

AMMONIMENTO DA PARTE QUESTORE - In presenza di reati non procedibili d'ufficio (a condizione che non vi sia querela) il bullo, sulla falsariga di quanto già è previsto per lo stalking, potrà essere formalmente ammonito dal questore che lo inviterà a non ripetere gli atti vessatori. Qualora l'ammonimento cada nel vuoto, la pena viene aumentata. Se l'ammonito è minorenne, il questore lo convocherà insieme a un genitore. 

PIANO D'AZIONE E MONITORAGGIO - Presso la Presidenza del Consiglio verrà istituito un tavolo tecnico con il compito di redigere un piano di azione integrato per contrastare e prevenire il bullismo e realizzare una banca dati per il monitoraggio del fenomeno. 

Avendo la Camera modificato in modo significativo il testo rispetto a quello giunto dal Senato, lo stesso è stato oggetto di critiche da parte della stessa presentatrice della proposta di legge, la senatrice Elena Ferrara, attivatasi perché una sua allieva si è tolta la vita perché vittima della rete. La prima firmataria ha censurato il fatto che la Commissione Giustizia della Camera abbia snaturato il testo originale, allargando i soggetti referenti del fenomeno anche agli adulti non in età evolutiva, cancellando il concetto di “reiterazione”, facendo rientrare così di fatto qualsiasi singolo comportamento, sia esso semplicemente lesivo o reato, in un atto di cyberbullismo, e introducendo potenziali rischi alla libertà di parola e all’ uso di internet. Il ritorno al Senato del testo potrebbe perciò essere un passaggio non semplice. Mi auguro comunque che il testo possa essere licenziato quanto prima per consentire una maggiore prevenzione e per dare strumenti più efficaci all’Autorità giudiziaria a difesa delle vittime, soprattutto se minori.

In ogni caso continuo a credere che la principale ‘arma di difesa’ resti comunque l’educazione al rispetto della dignità delle persone e ad un uso responsabile delle tecnologie. Perché il web, come ogni altro strumento tecnologico non è in sé buono o cattivo, occorre conoscerlo e saperlo utilizzare. Chi ha responsabilità educative, dalla famiglia alla scuola, dai media alle istituzioni, dovrebbe curarsi di questo anche senza la necessità di una nuova legge. L'aspetto più importante per me è che i nostri ragazzi siano aiutati a ritrovare il gusto di vivere ogni momento della vita reale, anche nelle relazioni con gli altri, senza confonderlo con la morbosa rappresentazione sulla rete di momenti della propria esistenza. Aiutare chi sta crescendo a scoprire la dignità di ogni persona è importante per educare al rispetto degli altri e, prima ancora, di se stessi. È la via "che porta a riappropriarci di noi stessi, dei nostri amori, delle nostre vite. In caso contrario, il tempo favoloso della rivoluzione digitale sarà ricordato come il tempo peggiore", come ha scritto Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera il 15 settembre scorso (http://www.corriere.it/cronache/16_settembre_15/ostaggi-violenza-ricatti-abcafd8e-7ab8-11e6-a4f4-4d2467f05bee.shtml).

A questo link il dossier di approfondimento del gruppo dei deputati Pd alla Camera: http://www.deputatipd.it/files/documenti/170_Contrastoeprevenzionedeifenomenidelbullismoedelcyberbullismo_0.pdf


pubblicata il 24 settembre 2016

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