Pagina 13, Nordest
Da un lato il governatore Luca Zaia temporeggia sulla data del referendum per l'autonomia e conferma contatti in corso con Palazzo Chigi sulla Pedemontana. Dall'altro il sottosegretario Pier Paolo Baretta invita la Regione a rinunciare alle urne e a sedersi piuttosto ad un tavolo per discutere anche della superstrada. Così a qualcuno è venuto il sospetto: vuoi vedere che fra Venezia e Roma è in atto un tentativo di barattare lo svolgimento della consultazione con il completamento dell'infrastruttura? L'esponente della Lega Nord ci ride su, il rappresentante del Partito Democratico smentisce con forza. Ma la deputata Simonetta Rubinato, considerata la più leghista dei dem, punge entrambi: «Basta chiacchiere, questo continuo tergiversare sull'iniziativa referendaria rischia di dar spazio a strumentalizzazioni politiche di ogni sorta, per cui è ora di fissare il voto popolare».
Ieri alla vaghezza del Veneto nella convocazione del referendum («Prima dell'estate, oppure in autunno, comunque entro l'anno»), Libero ha contrapposto l'annuncio della Lombardia («Una domenica di ottobre»), con conseguente chiosa: «Bobo (Maroni, ndr.) spinge sull'acceleratore. Zaia fa l'Azzeccagarbugli». Rubinato non ci sta: «I due casi, anche dal punto di vista giuridico, sono completamente diversi. Non possiamo permetterci di ritardare la nostra consultazione per aspettare di farla insieme alla loro». Una puntualizzazione che la parlamentare trevigiana rivolge sia alla Lega che al Pd: «C'è o non c'è in Veneto un problema politico, se decine di Comuni chiedono da anni di passare in Trentino Alto Adige o in Friuli Venezia Giulia? È o non è un problema politico di giustizia territoriale irrisolto, ed aggravato dai tagli lineari, il fatto che la nostra regione, seconda azionista fiscale del Paese, da oltre vent'anni è ultima nella classifica annuale della Ragioneria dello Stato sulla spesa pubblica? Sono domande che rinnovo anche agli esponenti del mio partito e del governo che, ignorando il valore istituzionale della sentenza della Consulta e contraddicendo i principi democratici del nostro statuto, chiedono a Zaia di rinunciare al referendum, magari in cambio dell'apertura di un tavolo su questioni aperte come il completamento della Pedemontana. Il presidente della Regione, che ha fatto suo un referendum che in realtà è di tutti i veneti, deve indirlo al più presto».
Sul punto Zaia è perentorio: «Non sto tentennando proprio per niente. E figuriamoci se scambio il referendum con la Pedemontana. La consultazione si farà e lo so io quando: darò l'annuncio nel momento in cui lo riterrò utile. Quanto alla superstrada, ricordo che è un'opera strategica nazionale e confermo che i contatti con Palazzo Chigi sono in corso». Baretta non ritira l'appello alla retromarcia sul voto: «Ma sarebbe ridicolo anche solo pensare ad un baratto con l'opera. Ribadisco solo che ritengo il referendum perfettamente inutile, rispetto alla trattativa su cui il governo ha già dato disponibilità: è seduti a quel tavolo che si può parlare di tante cose, tra cui lo sviluppo del Veneto, la sua capacità fiscale, le sue infrastrutture». Rubinato prende atto: «Saranno solo coincidenze. Ma allora mettiamoci un punto: Zaia decida quando si vota e il Pd la smetta di fargli assist».