Il 15 marzo scorso, insieme ai colleghi Causin e Marcolin, abbiamo accolto nella bella cornice dell'Auletta dei Gruppi due classi dell'Istituto salesiano Astori di Mogliano (TV), in visita alla Camera. Un'esperienza preziosa tanto per i ragazzi quanto per noi parlamentari, considerato che sono rare le occasioni di confronto diretto con i giovani fuori dal circuito mediatico e dei social. Oltre a richieste sulle modalità dei lavori in Parlamento, è emersa dai stessi la sfiducia nelle Istituzioni, che oggi segna la crisi di tutte le democrazie occidentali. Così una ragazza ci ha chiesto: "Come convincere un giovane a credere nella politica?" e un altro studente ha domandato: "Premesso che io credo in questo Paese, quanta corruzione c'è davvero in Parlamento?" L'attenzione sulle nostre risposte è stata massima, e, per quanto ho percepito, le riflessioni che abbiamo condiviso con loro li hanno colpiti. Sono convinta che solo attraverso un dialogo autentico e diretto, direi personale, è possibile ricostruire la fiducia tra le giovani generazioni e le Istituzioni. Ma le loro considerazioni mi inducono ad avere grande speranza in questi ragazzi, una generazione che credo sarà più attenta ai bisogni della comunità e meno individualista, più disposta a partecipare e mettersi in gioco anche per il bene comune. Da parte mia li ho invitati a rivolgere attenzione al principio contenuto nell'art. 49 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale". Perché, ho spiegato, in democrazia lo strumento, affinché anche i giovani possano diventare protagonisti nel processo di indirizzo e costruzione della politiche pubbliche per rispondere meglio ai bisogni e alla aspettative delle persone, è quello della partecipazione politica riappropriandosi dei luoghi in cui la stessa può svolgersi, a cominciare proprio dai partiti.