In occasione della giornata mondiale dell'UNESCO, sabato 18 febbraio scorso a Camposampiero (PD), su invito dell'Academia de la Bona Creansa, ho partecipato alla sessione pomeridiana dei lavori. Le relazioni del prof. Christopher Moseley, direttore dell'Unesco, del prof. Tilbert D. Stegman dell'Università di Francoforte e del prof. Ronnie Ferguson dell'Università di St. Andrews hanno affrontato il tema: "La lingua madre in prospettiva locale, nazionale e internazionale: il caso veneto". Dal prof. Moseley è venuta l'informazione che le lingue del mondo sono 2.750, un terzo delle quali non sono scritte, e che 2.473 di esse, secondo l'ultima edizione dell'Atlante delle Lingue in Pericolo dell'UNESCO, sono minacciate. Tra queste il veneto viene considerata nella categoria delle 'lingue vulnerabili', in quanto la maggior parte dei bambini la parla, ma non in tutti i contesti della vita quotidiana. Il prof. Stegman, ideatore del metodo di apprendimento Eurocom delle Lingue Romanze, ha presentato il primo manuale universitario in lingua veneta, finanziato dall'Università di Francoforte, dal titolo 'i sette setacci (i sette tamizi)', curato da Alessandro Mocellin. Il metodo EuroCom mira a favorire l'intercomprensione tra famiglie linguistiche abbassando le barriere tra le lingue europee, per facilitare il plurilinguismo, che favorisce la sensibilità pluriculturale, la tolleranza linguistica e quindi la cittadinanza democratica in Europa. Il prof. Ferguson ha illustrato la storia linguistica di Venezia e l'eccezionale persistenza e adattamento del veneziano senza essere stato codificato o standardizzato e senza avere alcuna protezione linguistica in Italia (in Brasile è invece tutelato come Talian). Morale: favorire l'apprendimento nei bambini della lingua veneta aiuta anche a migliorare la conoscenza dell'italiano (e viceversa) e l'apprendimento di altre lingue.
Al seguente link trovi l'intervista al prof. Stegman: https://www.facebook.com/academiabonacreansa/videos/1643302902641141/