E' l'ora della responsabilità. Per il futuro del Pd ma soprattutto del Paese. In questa intervista al tg di ReteVeneta del 17 febbraio scorso, spiego la mia posizione su quanto sta accadendo in queste ore nel Partito democratico: https://www.youtube.com/watch?v=K5zMKGWKEfQ&feature=youtu.be.
Posizione che avevo delineato in un intervista per OggiTreviso già al termine della direzione del Pd nazionale tenutasi il 13 febbraio scorso in cui esprimevo la così la mia posizione "oggi il passaggio verso l'apertura del congresso, con le regole del 2013, anche se non è chiaro in che tempi, visto che Renzi non si è dimesso. Concordo con Bersani che nel frattempo c’è la necessità di rassicurare i mercati, gli investitori e i partners europei, garantendo il nostro sostegno al Governo Gentiloni per arrivare alla fine della legislatura, perché viene prima l'interesse del Paese.
Vanno infatti affrontate le tante questioni cruciali aperte, dalla messa in sicurezza del sistema bancario a tutela di risparmiatori e imprese alla gestione dell'immigrazione, dal completamento di alcune riforme già in cantiere alla necessaria modifica delle leggi elettorali, per consentire che dopo le elezioni sia possibile la formazione di un governo.
Lo stesso Renzi ha ricordato che la data in cui si andrà a votare non la decide il segretario del Pd, ma il Presidente della Repubblica e il Parlamento. È anche vero che così si è tenuto aperta ogni possibilità sulla data delle elezioni".
Per impegni istituzionali, "dopo l'intervento di Bersani, ho dovuto lasciare la direzione, per partecipare ai lavori della Commissione Bilancio, iniziati alle 16.30. Mi limito perciò a due-tre considerazioni:
Se sia evitabile o meno la scissione è ancora troppo presto per dirlo, nonostante i toni concilianti della discussione odierna.
Ho poi ascoltato con preoccupazione alcune proposte (sul superamento del fiscal compact e del pareggio di bilancio), che sembrano andare in direzione opposta a quella che dovrebbe essere la nostra prima priorità: anziché dire come ridurre il debito pubblico e i relativi interessi per recuperare risorse per lo sviluppo e per le future generazioni, si continua a pensare che la soluzione dei nostri problemi economici principali (scarsa produttività e alta pressione fiscale) sia quella di sostenere la crescita con l'aumento della spesa pubblica".
La discussione sul Congresso Nazionale mi ha spinto a qualche confronto con la realtà del PD Veneto.
"Ho apprezzato in vari interventi alcuni passaggi che vorrei fossero applicati sul serio anche in chiave regionale. Renzi ha detto: "non sarò custode dei caminetti... Il partito democratico ha un nome che contiene il suo destino", cioè rimettersi alla volontà del popolo. Serracchiani ha invocato un "congresso vero, non un modo per andare a contarsi e avere un pezzetto delle prossime liste". Cuperlo ha ricordato che dopo una sconfitta il congresso serve per chiedersi "che cosa dobbiamo cambiare". Ho invece l’impressione che il percorso congressuale avviato dal Pd Veneto non sia esattamente in linea con questi principi".