Sabato 11 febbraio scorso i media veneti hanno dato evidenza alla proposta che ho formulato ai due candidati alla segreteria regionale del Pd, Alessandro Bisato e Giovanni Tonella, di far esprimere iscritti ed elettori che parteciperanno alle primarie del 19 marzo anche sul referendum per l'autonomia del Veneto, come prevede lo Statuto del Partito Democratico all'art. 4 comma 6, con una consultazione interna che chieda alla nostra base: "Ritieni che su un tema fondamentale come quello dell'autonomia della tua regione la consultazione diretta dei cittadini veneti, ammessa per la prima volta dalla Corte Costituzionale, sia un passaggio giusto e decisivo, anche per rafforzare il successivo negoziato tra Regione e Governo nazionale?". Sono convinta che si tratterebbe di un passaggio democratico importante per rivitalizzare il confronto politico nel partito e per incentivare la partecipazione dei cittadini alle prossime primarie. La posizione conservatrice della dirigenza del Partito Democratico Veneto, sin qui di contrarietà al prossimo referendum consultivo regionale, oltre a non rappresentare il sentire nettamente maggioritario dei Veneti, rischia infatti di lasciare campo libero a Zaia su un tema strategico per lo sviluppo della nostro territorio, nonostante in tanti anni di governo della Regione sia rimasto su questo tema del tutto inerte, almeno sino a un anno fa, quando nel marzo del 2016 ebbe ad annunciare in una conferenza stampa la volontà di indire il referendum (ammesso già un anno prima dalla Corte Costituzionale) e quindi di avviare il negoziato con il Governo nazionale per chiedere maggiori competenze e risorse sulla base del percorso previsto dall'art. 116 terzo comma della Costituzione.
Clicca qui per leggere la mia lettera ai due candidati alla segreteria.
Ai seguenti link la rassegna stampa: Il Giornale di Vicenza, il Gazzettino, il Corriere del Veneto e La Tribuna.
A questo link puoi ascoltare la mia intervista trasmessa da Rete Veneta sabato 11 febbraio scorso: https://www.youtube.com/watch?v=vq0xyNmgUlw.
Purtroppo la mia proposta di dare la parola agli iscritti e ai simpatizzanti non è stata accolta: Giovanni Tonella ha articolato una serie di ragioni per cui non la ritiene praticabile in concomitanza con il Congresso, anche se sarebbe disponibile a farla successivamente, mentre da Luigi Bisato non ho avuto sinora alcun riscontro, salvo quanto dichiarato al Gazzettino del 12 febbraio scorso. Così pure, a parte i colleghi deputati Gessica Rostellato e Diego Crivellari, che si sono espressi a favore della mia proposta di referendum interno, gli altri consiglieri regionali e parlamentari del Pd hanno reagito negativamente, chi criticandola apertamente anche sulla stampa, i più ignorandola. Sembra quasi che la dirigenza del Partito Democratico del Veneto preferisca ‘aggirare’ la questione del prossimo referendum consultivo, in quanto per alcuni sarebbe un passaggio scontato ed inutile, mentre per altri un pericoloso atto eversivo capace di sovvertire gli equilibri nazionali. In questo quadro si riducono le speranze di veder accolta la mia richiesta di aprire un confronto tra gli iscritti e i simpatizzanti del Pd, ma si avvalora la mia convinzione sull’importanza storica di questo strumento di democrazia diretta, in linea con quanto affermato chiaramente dalla Corte Costituzionale nella sentenza con la quale ha ammesso la legittimità del referendum regionale sull’Autonomia: avere timore di celebrarlo significa riconoscere la sua forza di incidere sugli equilibri dell’attuale sistema nazionale, che penalizza società virtuose come quella veneta.
Eppure lo stesso segretario Renzi durante la direzione del 12 febbraio scorso ha espresso dei principi in linea con la mia proposta di promuovere la partecipazione della nostra base. Renzi ha detto: "non sarò custode dei caminetti... Il partito democratico ha un nome che contiene il suo destino", cioè rimettersi con fiducia alla volontà della nostra gente. Ho invece l’impressione che il percorso congressuale avviato dal Pd Veneto non sia esattamente in linea con questi principi. Credo invece che chi si candida a segretario regionale in rappresentanza della stessa linea politica debba condividerli in concreto. Per questo ho sollecitato nuovamente Luigi Bisato a riconsiderare la mia proposta con una ulteriore lettera che trovi cliccando qui. Attendo che arrivi una risposta.