Lezione di educazione civica il 20 gennaio scorso con i ragazzi delle classi di terza media dell'Istituto comprensivo 'Roncalli' di Quarto d'Altino (VE), insieme a Silvia Conte, all'interno del progetto elaborato dalle loro insegnanti sull'uso della parola come strumento di cambiamento. Partendo dai principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale, gli studenti ci hanno rivolto delle domande sulle azioni che i rappresentanti delle istituzioni possono intraprendere affinché i diritti-doveri sanciti in Costituzione siano concretamente attuati. Da qui si è aperta una riflessione con loro sulla indissolubile correlazione fra diritti e doveri di ciascuno di noi, proprio perché solo nell'esercizio pieno e attivo del nostro ruolo di cittadini si realizza la migliore garanzia di una democrazia viva in cui a tutte le persone sono garantite eguali opportunità. E ciò passa attraverso ad esempio la consapevolezza, da un lato, che ogni servizio ricevuto (scuola, sanità, trasporti etc.) comporta dei costi che devono essere sostenuti con le tasse pagate dai cittadini e, dall’altro, che spetta agli stessi cittadini scegliere una classe dirigente lungimirante, non sulla base di promesse elettorali “facili”, ma perché sa indicare le priorità per il bene comune in base alle risorse disponibili, per non gravare ulteriormente le generazioni future del carico di un debito pubblico che oggi è per dimensioni il terzo al mondo. Ragionamento che vale non solo con riferimento all’utilizzo del denaro pubblico, ma anche ad esempio per il consumo delle risorse ambientali. Abbiamo simulato anche alcune decisioni pubbliche (in tema di TAV e consumo di suolo) e l’attenzione e la profondità dei ragionamenti di questi ragazzi mi hanno confermato ancora una volta di quanto un’educazione critica fin da piccoli su questi temi costituisca la principale speranza per cambiare la cultura sociale e politica, oggi ancora poco attenta alla sostenibilità delle decisioni pubbliche.