Anche quest'anno molto numerosa e attenta la partecipazione degli iscritti all'Università dell'Età Libera alla mia lezione di educazione civica del 16 gennaio scorso, nell'auditorium della casa di soggiorno "Villa delle Magnolie" di Monastier (TV), sul tema assegnatomi: "Come cambiare le regole del sistema?". Nel mondo fortemente interconnesso della globalizzazione, in cui "il potere è libero dal controllo politico e la politica non ha più potere" - come ha lucidamente affermato il sociologo Zygmunt Bauman -, serve costruire a livello europeo strumenti adeguati ad affrontare una serie di problemi che non si possono più risolvere a livello nazionale (ad es. in tema di finanza, sicurezza, clima, immigrazione). All'interno degli Stati vanno approntati invece gli strumenti che possono essere efficaci a risolvere problemi di portata nazionale (ad es. giustizia, scuola, sanità, welfare, burocrazia, ecc.). Ma in un Paese come l'Italia, in cui le riforme sono approvate in modo uniforme in Parlamento ma devono essere attuate in territori tra loro molto diversi sul piano sociale, economico, della cultura di comunità ed amministrazioni locali, può essere utile cambiare in alcune materie l'approccio da top-down a bottom-up. Infatti, quando non si riesce da tempo a risolvere un problema che così è diventato ancor più grande e complesso, secondo la sintesi efficace suggeritami da un imprenditore, bisogna affrontarlo un pezzo alla volta. Considerata la difficoltà di attuare un cambiamento dal centro dell'intero 'sistema-Italia', perché non provare a cambiarne un pezzo alla volta? Ecco perché penso sia utile un progetto di Autonomia responsabile e differenziata per il Veneto, facendone per le sue caratteristiche specifiche una sorta di laboratorio di politiche innovative in campo fiscale, scolastico, sociale, sanitario, lavorativo a sostegno delle famiglie e piccole e medie imprese. Cosa che sarà possibile - vista la forte resistenza del sistema al cambiamento - solo se ci sarà la spinta in questo senso di una forte espressione di volontà popolare nel prossimo referendum sull'autonomia. Che potrà essere utile in prospettiva anche per il cambiamento dell'intero Paese.