Il 10 gennaio scorso sono state discusse alla Camera le mozioni dei Gruppi concernenti iniziative in relazione alla crisi del sistema bancario.
Con l’approvazione della mozione di maggioranza Pd-Ap (al seguente link il testo integrale: http://aic.camera.it/aic/scheda.html?numero=1-01456&ramo=C&leg=17), il Governo si è impegnato a:
“ 1) per quanto concerne la disciplina europea e la tutela del risparmio:
a) ad assumere iniziative per garantire la massima tutela dei risparmiatori, in ogni ambito, anche rafforzando, con il coinvolgimento delle autorità nazionali di vigilanza, la prevenzione e il contrasto delle condotte scorrette da parte degli amministratori degli istituti bancari nazionali, rinforzando i presidi normativi e regolamentari e l'incisività dei controlli, nonché favorendo la corretta applicazione delle regole finalizzate a impedire il collocamento degli strumenti più rischiosi presso clienti al dettaglio non in grado di comprenderne l'effettivo rischio, e al contempo di meccanismi finalizzati ad assicurare una piena e consapevole informazione dei risparmiatori;
b) a promuovere nelle sedi europee la revisione della direttiva 2014/59/UE in base a quanto previsto dall'articolo 129 della medesima, al fine di apportare, entro il 1o giugno 2018, le opportune modifiche al regime del bail-in;
c) a sostenere nelle sedi negoziali europee la più rapida introduzione del terzo pilastro dell'Unione bancaria, relativo alla tutela dei depositi, nel rispetto di un principio di equilibrio fra i Paesi membri tra la condivisione del rischio e la sua riduzione;
d) a proseguire nell'azione negoziale volta ad ampliare gli spazi di compatibilità con la disciplina europea degli aiuti di Stato, in particolare relativi alle vie alternative alle procedure di risoluzione attraverso l'intervento del Fondo interbancario di tutela dei depositi in caso di istituti in crisi;
e) a promuovere la diffusione dell'educazione finanziaria per aumentare la consapevolezza da parte dei cittadini degli strumenti e dei servizi finanziari e la capacità di misurazione dei profili di rischio e di rendimento associati con diverse tipologie di prodotti offerti;
2) relativamente al sostegno del sistema bancario nazionale:
a) a garantire il più alto grado di tutela dei risparmiatori coinvolti in procedimenti di ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato, attraverso procedure chiare e trasparenti e offrendo il massimo sostegno nella comprensione delle stesse;
b) ad assumere iniziative per assicurare un adeguato livello di liquidità del sistema bancario per ripristinare la capacità di finanziamento a medio-lungo termine, anche prevedendo la concessione delle garanzie dello Stato su passività delle banche italiane;
c) a mettere in atto un programma di rafforzamento patrimoniale delle banche italiane mediante interventi per la ricapitalizzazione, che prevedano anche la sottoscrizione di nuove azioni, allo scopo precauzionale di ripatrimonializzare gli istituti in difficoltà e di garantire l'adeguato accesso alla liquidità in caso di tensioni;
d) a discutere ed approvare le misure di intervento nel quadro della massima condivisione con il Parlamento”.
L’impegno più significativo è però il seguente:
la Camera impegna se stessa e i propri organi, per quanto di sua competenza “ad adottare ogni iniziativa utile volta ad addivenire all'istituzione di una Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta in merito al funzionamento del sistema bancario italiano e ai casi di crisi finanziaria che hanno coinvolto alcuni istituti negli ultimi anni, con particolare riguardo all'individuazione delle eventuali responsabilità degli amministratori, al corretto ed efficace esercizio delle funzioni di vigilanza e controllo, nonché all'analisi delle insolvenze che hanno contribuito a determinare tali crisi”. Impegno questo contenuto sianella mozione di maggioranza, sia in quelle presentate da Fi, M5s, Scelta Civica-Ala, Civici e Innovatori, nonché Sinistra Italiana.
Finalmente un atto istituzionale impegnativo che va nella direzione che da tempo auspico: con le mozioni si recepisce infatti la richiesta già contenuta in un mio ordine del giorno, presentato oltre sei mesi fa, il 28 giugno scorso, e sottoscritto anche dai colleghi veneti Ginato, Moretto, Rotta, De Menech, Mognato, Zardini, Naccarato, oltre che dai deputati Borghi e Palese (al seguente link trovi il relativo articolo della mia newsletter dello scorso agosto con la relativa rassegna stampa: http://www.simonettarubinato.it/index.php?area=6&menu=116&page=323&idnotizia=4574&lingua=4&np=82&). Un risultato tanto più significativo se si considera che il testo originario della mozione di maggioranza non conteneva l’impegno a costituire la Commissione, non essendoci unanimità sul fatto che dovesse essere d'indagine o di inchiesta. Alla fine il Gruppo Pd si è opportunamente deciso ad integrarla sul punto, riconoscendo la necessità della Commissione d’inchiesta parlamentare.
Dal canto suo, la Commissione Finanze e Tesoro del Senato ha approvato il 12 gennaio scorso la proposta dell’Ufficio di Presidenza di unificare i tredici disegni di legge già depositati (incluse due proposte relative alla crisi di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca) per istituire la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla crisi di istituti di credito e sistema bancario. In base a quanto riferito dal Presidente della Commissione, il senatore del Pd Mauro Maria Marino, il percorso per accelerare la sua costituzione prevede la definizione di un testo base unificato entro il 31 gennaio dei predetti disegni di legge, subito dopo la conclusione dell’indagine conoscitiva sulle condizioni del sistema bancario e finanziario italiano, avviata nel febbraio 2016 e che ha svolto 23 audizioni di esponenti del consiglio di vigilanza della BCE, della magistratura, della Banca d’Italia e di associazioni di categoria, con il deposito della relazione conclusiva per il 17 gennaio e la votazione della stessa per il 25 gennaio. “Questo lavoro – ha spiegato Marino - era considerato come prodromico alla Commissione d’inchiesta, che era stata auspicata in più disegni di legge (...), svolto con lo spirito di rendere subito operativa quella ricerca di trasparenza che ritenevamo necessaria per un tema così delicato”.