“Anche in politica errare è umano, perseverare diabolico”. Questo il commento che ho postato nella mia pagina Facebook all’indomani della presentazione, durante la discussione del Collegato alla legge di Stabilità regionale 2017, di un emendamento da parte dei consiglieri regionali veneti del Pd per evitare l’indizione del referendum sull’autonomia del Veneto. Il gruppo consiliare del Pd sostiene infatti (clicca qui per leggere la notizia riportata dal Giornale di Vicenza il 22 dicembre scorso) che se venisse approvato con una maggioranza pari ai 4/5 del Consiglio regionale, rappresentanti della maggioranza dei veneti, un provvedimento per sancire la richiesta di maggiore autonomia, la consultazione popolare sarebbe un’operazione superflua di propaganda e si risparmierebbero 14 milioni di euro (pari alle spese necessarie per consentire lo svolgimento del referendum). Posizione allineata a quella impartita da Roma dal riconfermato sottosegretario agli Affari Regionali Gianclaudio Bressa (che si occuperà pure di Minoranze linguistiche e Autonomie speciali).
Mi chiedo che cosa serva ancora, dopo la batosta alle ultime elezioni regionali e il risultato raggiunto in Veneto dal NO al referendum costituzionale (il più alto tra le regioni del Nord, con la più alta affluenza alle urne) perché i rappresentanti istituzionali del Pd Veneto comprendano che continuando a delegittimare il referendum sull'autonomia, non solo non stanno rappresentando l'interesse collettivo dei veneti, ma rischiano di portare il partito al suicidio politico. Inoltre le motivazioni portate a sostegno dell'emendamento del Pd in Consiglio regionale non reggono neppure sul piano tecnico. È sufficiente leggere la sentenza della Corte Costituzionale n. 118/2015, che ha dichiarato la legittimità del referendum consultivo regionale, in cui è spiegato chiaramente che "il referendum è uno strumento di raccordo tra il popolo e le istituzioni rappresentative", che "assolve alla funzione di avviare, influenzare o contrastare processi decisionali pubblici" e che "il referendum consultivo (sull'autonomia: ndr) previsto dalla disposizione regionale si colloca in una fase anteriore ed esterna rispetto al procedimento prestabilito all'art. 116 Cost." È la stessa Consulta quindi a spiegare come questo tipo di referendum consultivo serva per dare forza alla trattativa sull'Autonomia, la forza della volontà popolare che serve sia al governo regionale che a quello nazionale per riconoscere finalmente le legittime aspettative dei veneti, considerato che la strada è comunque tutta in salita perché nel procedimento previsto dall’art. 116 terzo comma della Costituzione è richiesta l'approvazione di una legge dello Stato con il voto favorevole delle Camere a maggioranza assoluta dei propri componenti!
Il mio post è stato ripreso dal Giornale di Vicenza il 23 dicembre scorso: vedi l’articolo a questo link http://www.simonettarubinato.it/index.php?area=6&menu=114&page=327&lingua=4&idnotizia=4688. I consiglieri regionali del Pd hanno quindi replicato con questo comunicato stampa: http://www.consiglioveneto.it/crvportal/pageContainer.jsp?n=80&p=84&c=5&e=88&t=1&idNotizia=31635, sostenendo che diabolico è da parte mia continuare a sostenere il referendum sull’autonomia con lo spreco di risorse necessarie per la consultazione. Ma stiamo parlando di uno strumento di democrazia diretta - certo da usare con buon senso - che è utile in un momento di antipolitica come quello attuale per far riconciliare il popolo con i gruppi dirigenti politici percepiti come autoreferenziali: come può un partito che ha nella sua ragione sociale l'attributo "DEMOCRATICO" non capire che è necessario dare la parola ai veneti?
Il 24 dicembre scorso ho rilasciato quindi al tg di ReteVeneta un’intervista per spiegare come la spesa di 14 milioni di euro non sia inutile, ma al contrario costituisca un investimento, pari a 2 euro e 80 centesimi a cittadino, per consentire di raggiungere l’obiettivo di una più equa autonomia finanziaria per società veneta, che da decenni nella classifica annuale stilata dalla Ragioneria dello Stato vede il Veneto con la Lombardia ai primi posti per contributo alla fiscalità nazionale, mentre è fanalino di coda della classifica delle regioni per spesa statale pro capite. Puoi vedere il servizio a questo link: https://youtu.be/A7dtcnA-VJY.