Via libera alla Camera il 20 aprile scorso al disegno di legge in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento, dopo una mediazione in Commissione Affari Sociali durata più di tre anni, in cui il Governo ha scelto di rimettersi alla volontà del Legislatore. Con questa legge si accettano i limiti della condizione umana e si rafforza la relazione tra paziente e medico. Nel testo non c’è l’eutanasia, non c’è nessuna norma che acconsenta la somministrazione di sostanze per togliere la vita o che faccia morire qualcuno di fame o di sete, ma il riconoscimento del diritto del malato di rifiutare forme di accanimento terapeutico. Inoltre le Dat sono sempre vincolanti, ma non sono una gabbia e quindi è riconosciuto al medico il suo ruolo: possono essere disattese se sono palesemente incongrue, non corrispondono alla condizione clinica attuale del paziente o se ci sono terapie nuove che offrono possibilità di miglioramento delle condizioni di vita. Insomma, abbiamo approvato una legge mite, di garanzie, che rafforza la relazione tra paziente e medico. Ora il testo passa al Senato.