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VENEZIA È ufficiale. Il referendum per l'autonomia del Veneto si farà. Appuntamento per il voto domenica 22 ottobre. Alle urne, nelle consuete sedi elettorali, saranno chiamati tutti i veneti aventi diritto. Dopo mesi di attesa, ieri il presidente del Veneto, Luca Zaia, insieme al suo collega della Lombardia, Roberto Maroni, hanno deciso la data. Obiettivo: arrivare ad un risultato schiacciante che permetterà, nel caso veneto, a Zaia di intavolare una trattativa forte con il Governo per dare alla Regione più competenze. E con queste anche le risorse: cioè le tasse dei veneti che oggi partono per le casse romane e che un domani, a autonomia fatta, potranno rimanere in Regione per essere usati nel territorio. PLEBISCITO. A sorpresa giovedì è stato Maroni ad imprimere una accelerata, annunciando di voler andare al voto a ottobre e che si sarebbe consultato con Zaia a breve. Ieri mattina il governatore Veneto ha rilanciato proponendo una data : «Ho parlato con Maroni - ha dichiarato - e abbiamo confrontato di nuovo gli adempimenti amministrativi svolti e ancora da svolgere, date e programmi delle nostre Regioni. Abbiamo valutato che da quattro mesi il Veneto attende una risposta dal Ministero dell'interno sul protocollo d'intesa da sottoscrivere con le prefetture per seggi e componenti. Intanto la Regione si è mossa: siamo in linea con i tempi per quanto attiene il sistema informatico per la gestione della consultazione oltre che per la stampa delle schede elettorali. Così, sfumata la possibilità di un Election day in abbinata con le elezioni amministrative, non essendo mai pervenuta dal Governo una risposta alle nostre proposte - spiega il governatore - sarebbe ancora possibile organizzare la consultazione a luglio. Ma non convince: una novantina di Comuni la settimana precedente saranno impegnati per le amministrative. E poi in quel periodo ci sono troppi veneti in ferie». «SCRIVIAMO LA STORIA». E così si è arrivati alla data del 22 ottobre. «Una svolta storica», l'ha definita ieri il governatore. E ha aggiunto: «Ben venga la convergenza con la Lombardia sul 22 ottobre, ma per il Veneto ha un'importanza del tutto particolare perché quella è una data simbolo: 151 anni dopo il plebiscito con cui la nostra regione fu annessa al Regno d'Italia. Speriamo che il nostro referendum si trasformi nella risposta dei veneti dichiarando la propria autonomia e voglia di autodeterminazione. Quella stessa che Regioni e Province confinanti hanno e che anche noi abbiamo il diritto di avere». Concretamente cosa vuol dire? Lo spiega Elena Donazzan, FI, assessore all'istruzione: «I motori sono caldi e a breve ci muoveremo uniti per presentare ai veneti le nostre istanze e raggiungere l'agognato traguardo. Rivendichiamo l'autonomia, sulla base dell'articolo 116 della Costituzione: chiederemo subito di esercitare maggiori competenze in materia di scuola e istruzione». E non solo. IL PD CONTRO. Stefano Fracasso, capogruppo Pd in Regione, non è convinto. Anzi. «Non c'è nessun bisogno di andare a braccetto con la Lombardia - dice - a meno che non si voglia fare un favore elettorale a Maroni che è a fine mandato: non è detto poi che sarà lui a guidare la trattativa col Governo. Non solo. In Lombardia non c'è neppure stato un vero dibattito sull'autonomia. Zaia quindi guardi all'interesse del Veneto uscendo finalmente dall'ambiguità che ancora regna sui contenuti dell'autonomia. E venga subito in Consiglio regionale per aprire il confronto sui contenuti dell'autonomia. Il tempo per farlo c'è. Non vuole la trattativa con il Governo adesso appellandosi a delle righette interpretate così nella legge? Almeno apra il dibattito in Consiglio. I veneti devono sapere chiaramente il giorno prima cosa succederà il giorno dopo, quali sono le materie e quali le risorse: solo così il referendum può rappresentare un momento di autentica democrazia. Altrimenti si rischia di prendere in giro i cittadini raccontando loro che saremo come l'Alto Adige, dove in realtà la sanità costa il 20% in più che in Veneto. Altro che efficienza. La strada dell'autonomia del Veneto richiede serietà».M5S: COI SOLDI DEI VITALIZI PAGHIAMO IL REFERENDUM«22 ottobre. Finalmente abbiamo una data del referendum. Ora Zaia deve darsi una mossa e rispondere alla nostra proposta, che eviterebbe un salasso per le tasche dei veneti». Così il capogruppo del M5s, Jacopo Berti.«14 milioni costerà il referendum. E tanti sono i soldi che paga il Veneto ogni anno per i vitalizi agli ex consiglieri regionali. Abolendoli potremmo pagare il futuro e la libertà dei veneti». RUBINATO PD: «BENE ANCHE SENZA LA LOMBARDIA»«Da due anni, cioè dal via libera della Corte Costituzionale al referendum sull'autonomia, aspetto una data per poter partire con i nostri Comitati del Sì. Questo infatti non è il referendum di una parte politica». Così l'on. Simonetta Rubinato commenta l'annuncio dato stamane dal governatore. «Zaia confermi la data, anche in autonomia dalla Lombardia e cominci a informare i cittadini sui contenuti e i benefici concreti del progetto di autonomia differenziata che proporrà al Governo».