EMENDAMENTO ALLA MOZIONE REFERENDUM AUTONOMIA DELLA REGIONE VENETO Il sottoscritto Marco Vanzo, consigliere della lista “Per il bene comune Solagna”,
premesso
che in data 21.03 2017 le minoranze del Consiglio Comunale di Solagna, a firma dei tre capigruppo Bertoncello Stefano, Ferracin Roberto, Nervo Daniele Andrea, proponevano una mozione volta ad “impegnare il Sindaco e la Giunta Comunale ad attivarsi in tutte le forme necessarie e porre in essere tutte le iniziative possibili, stante le proprie competenze, al fine di sostenere le ragioni e le motivazioni che hanno portato all’indizione del referendum consultivo sull’autonomia del Veneto, coinvolgendo la cittadinanza nelle forme più opportune di informazione, approfondimento e dibattito, anche attraverso iniziative che vedano come protagonista il Consiglio Comunale in tutte le sue forme”.
Considerato
che nel 2001 con la legge costituzionale nr 3, su proposta del centrosinistra, e' stato modificato il Titolo V della parte seconda della Costituzione italiana con l'introduzione di nuove norme che hanno determinato un sostanziale ampliamento dei compiti e delle funzioni attribuite agli enti locali, nonché stabilito la necessità di riformare il sistema della finanza locale, passando dalla finanza derivata ad uno di finanza originaria e quindi di una autonomia finanziaria per gli enti locali;
che veniva altresì introdotta con il nuovo terzo comma dell'art. 116 la possibilità di attribuire anche alle regioni a statuto ordinario, che ne fanno richiesta, "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia" (c.d. autonomia differenziata o regionalismo a geometria variabile);
che il 7 ottobre 2001 la predetta legge costituzionale è stata sottoposta a referendum confermativo e che il 64,20% dei votanti ha espresso parere favorevole alla svolta “in senso federale” dello Stato italiano;
che tuttavia da allora questa previsione non ha mai avuto attuazione;
che la Regione Veneto aveva manifestato la volontà di avviare un confronto con lo Stato per acquisire competenze rafforzate, sulla base di un Documento tecnico di proposte predisposto dalla Giunta Regionale del Veneto con delibera n. 88 del 17 luglio 2007, approvato con integrazioni dal Consiglio Regionale con DCR n. 98 del 18 dicembre 2007;
che a seguito delle elezioni politiche anticipate dell'aprile 2008 il Presidente della Regione aveva inviato la Deliberazione consiliare al Governo Berlusconi, in particolare al Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, al Ministro delle Riforme per il federalismo, Umberto Bossi, e al Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, auspicando l'immediato avvio dei negoziati attraverso la programmazione congiunta di un calendario di incontri istituzionali;
- come la Lombardia e il Piemonte - hanno rinviato il negoziato e successivamente all'emanazione della legge n. 42 del 5 maggio 2009, in materia di federalismo fiscale, il
Presidente della Regione Veneto (con nota del 17 giugno 2009) ha rinnovato la richiesta al Governo - nelle persone del Ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, del Ministro per le Riforme per il Federalismo, Umberto Bossi, e del Ministro per la Semplificazione Normativa, Roberto Calderoli - di avviare il negoziato per giungere alla conclusione di un'Intesa sulle ulteriori competenze da attribuire al Veneto ai sensi dell'art. 116, che tuttavia non ha avuto alcun seguito;
che in legge di Stabilità 2014 è stata introdotta, con l'approvazione di un emendamento di Simonetta Rubinato (Pd), una norma (il comma 571) che impone al Govern
sv
di sicuro di rappresenta il primo tentativo per di incrementare le competenze regionali in alcuni specifici settori"
(Massimiliano Mezzanotte in forumcostituzionale.it);
che ciò nonostante, neppure dopo tale norma procedurale di favore, nessuna regione ordinaria, neppure il
Veneto, ha ripreso il percorso per ottenere il riconoscimento della possibilità dell'autonomia differenziata;
che la Corte Costituzionale con sentenza n. 118/2015 ha ammesso il referendum consultivo sul quesito “Vuoi che alla Regione del Veneto siano attribuite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia?”, stabilito dalla legge regionale n. 15/2014 del Veneto, ritenendolo conforme alla Costituzione nell'ambito della c.d autonomia differenziata stabilita dall'art. 116, terzo comma, spiegando chiaramente che "il referendum è uno strumento di raccordo tra il popolo e le istituzioni rappresentative", che "assolve alla funzione di avviare, influenzare o contrastare processi decisionali pubblici", per cui "il referendum consultivo sull'autonomia previsto dalla disposizione regionale si colloca in una fase anteriore ed esterna rispetto al procedimento prestabilito all'art. 116 Cost.";
successivamente, nel marzo del 2016, il Presidente Zaia ha chiesto al Governo Renzi, ex art. 1 legge reg. n. 15/2014, di negoziare un contenuto più specifico per il quesito del referendum consultivo da sottoporre agli elettori veneti, in vista del successivo negoziato; il Governo Renzi - come poi anche il Governo Gentiloni - ha manifestato, nel termine di 60 giorni stabilito dall'art. 1 comma 571 della legge di Stabilità 2014, la disponibilità al negoziato nel merito delle richieste di maggiori competenze, sostenendo invece la inutilità e la strumentalità politica del referendum;
che il Veneto soffre oggi, dopo la crisi, ancor di più il divario di competitività con le autonomie speciali confinanti e, pur essendo il secondo azionista fiscale del Paese, da oltre vent’anni è ultimo nella classifica annuale della Ragioneria dello Stato che misura la spesa pubblica impiegata per abitante nelle diverse regioni: un problema di giustizia territoriale, aggravato dai tagli lineari applicati dal 2010 in poi, rimasto irrisolto per la mancata attuazione di quel federalismo fiscale, introdotto nel 2001 nell’art. 119 della Costituzione dalla riforma del centrosinistra, che avrebbe fatto bene a tutto il Paese superando il sistema opaco della finanza derivata e favorendo la responsabilità fiscale dei governi locali;
che il referendum sull’autonomia ammesso dalla Corte Costituzionale, cambiando la sua giurisprudenza precedente, appartiene al popolo veneto e non alla maggioranza di governo regionale ed è quindi necessario che si possa finalmente svolgere, come strumento di democrazia diretta che, attraverso la forza politica della volontà popolare, espressa da una massiccia partecipazione alla consultazione referendaria favorevole al Sì, può dare la spinta al successivo negoziato tra governo regionale e governo nazionale e alla successiva approvazione di una legge a maggioranza assoluta dei componenti delle Camere che riconosca al Veneto l'autonomia differenziata, dopo oltre 15 anni di letargo della norma dell'art. 116 terzo comma Cost.;
che nonostante vari solleciti a oggi la Giunta regionale del Veneto, ed in particolare il Presidente Dott. Luca Zaia, non ha ancora fissato la data per il voto referendario impedendo così ai cittadini veneti di esprimersi, né ha dato corso alla disponibilità al negoziato manifestata dal Governo nazionale, affermando che prima
deve svolgersi il referendum come indicato dalla Consulta; in questo modo tuttavia si stanno procastinando ulteriormente i tempi per dare risposta alle legittime aspettative dei veneti.
Tanto premesso e considerato si propone di emendare la mozione in oggetto aggiungendo dopo il punto la frase .
Preso atto di quanto espresso in premessa;
Si invita il Consiglio e la Giunta Comunale ad attivarsi in tutte le forme necessarie e da porre in essere tutte le iniziative possibili, stante le proprie competenze, al fine di sostenere le ragioni e le motivazioni che hanno portato all’indizione del Referendum consultivo sull’autonomia in Veneto, coinvolgendo la cittadinanza nelle forme più opportune di informazione, approfondimento e dibattito, anche attraverso iniziative che vedano come protagonista il Consiglio Comunale in tutte le sue componenti. Si impegna altresì il Sindaco a richiedere al Presidente della Regione Veneto Dott. Luca Zaia di fissare senza ulteriore indugio e a breve termine la data del referendum volto a garantire ulteriori forme di autonomia alla Regione Veneto.