Sono molto preoccupata per la difficile situazione in cui versano gli oltre 130 giornalisti dipendenti, i collaboratori, il personale tecnico, poligrafico e amministrativo del gruppo E-Polis, investito da una grave crisi economico-finanziaria destinata a perdurare fino a che non riprenderanno le trattative tra l'editore Nicola Grauso e lo stampatore Seregni e non verranno ripianati i debiti.
Essendo trevigiana, il mio allarme, la mia preoccupazione, si fanno più forti in merito al futuro dei 6 giovani e motivati giornalisti de "Il Treviso" e dei 21 collaboratori di questa edizione, riusciti tutti insieme, in breve tempo, a dare alla Marca trevigiana un quotidiano capace di intercettare gli umori della sua gente e di raccontare le molteplici sfaccettature della realtà in modo fresco e allo stesso tempo puntuale.
Non è possibile assistere impotenti alla distruzione di una così importante risorsa per l'informazione e la stampa italiana (la quale già da qualche anno versa in condizioni critiche: basti pensare al lungo braccio di ferro in atto per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro). La pluralità dell'informazione è un bene di tutti che non va disperso e i diritti e la dignità dei lavoratori, oltre che dei lettori, vanno tutelati con rigore, proprio per evitare di farne delle figure professionali da spremere e poi buttare via.
Esprimo dunque la mia piena solidarietà a tutti i lavoratori del gruppo, auspico che le istituzioni, insieme ai soggetti imprenditoriali, si attivino per consentire di mantenere in vita le 15 preziose testate del gruppo e auguro che le trattative possano riprendere al più presto.