"Se vogliamo che il Paese torni a crescere in modo continuativo, dobbiamo sostenere di più chi produce ricchezza e non asfissiare la realtà produttiva del Paese". Lo dichiara, durante il dibattito in corso a Palazzo Madama sulle mozioni sugli studi di settore, la senatrice Simonetta Rubinato (Ulivo), prima firmataria di una lettera inviata, sull'argomento, al Presidente del Consiglio Prodi, il 13 giugno scorso.
"Solo uno Stato - aggiunge la parlamentare - che si preoccupa di salvaguardare, accanto al lavoro dipendente, anche l'equilibrio economico delle imprese è uno Stato che può raggiungere obiettivi di crescita e sviluppo e, insieme, di equità sociale. E' per questo motivo che la nostra mozione è ampia e non si limita alla sola questione dei nuovi indicatori di normalità economica, che costituiscono un aspetto importante ma non esaustivo dei necessari correttivi alla politica fiscale del Governo". La senatrice Rubinato sottolinea che "l'azione che la maggioranza ha promosso per prima sul Governo in ordine agli studi di settore ha avuto un riflesso politico importante: è significativo che a Treviso, durante la manifestazione di protesta degli artigiani e dei commercianti, è stato affisso uno slogan che affermava che pagare le tasse è un dovere e chi evade è il primo nemico delle imprese, che vogliono un fisco con regole certe ed eque. Credo che questo slogan sia un segnale importante della possibilità di dar vita a un nuovo, costruttivo rapporto anche tra fisco e piccole imprese, dopo anni di sanatorie e condoni che hanno favorito l'evasione fiscale". "Ci aspettiamo - conclude Rubinato - un immediato e concreto segnale dal Governo di riapertura al dialogo con le rappresentanze di categoria, di rispetto scrupoloso delle norme e dei principi dello statuto del contribuente, a cominciare dall'applicazione concertata e non retroattiva degli studi di settore e dei nuovi indicatori di normalità economica, sulla base dei quali non è ammissibile alcun automatismo accertativo a favore dell'amministrazione finanziaria".