Nove parlamentari a casa solo due forse torneranno - La Tribuna di Treviso

02 gennaio 2018

Pagina 2, Attualità

TREVISO Sono nove i parlamentari trevigiani che il 29 dicembre hanno chiuso il loro mandato. Sette erano al debutto, soltanto due i veterani (Maurizio Sacconi e Simonetta Rubinato). Adesso, a due mesi dal voto del 4 marzo, le poltrone sono potenzialmente aumentate, ma per molti di loro non ci sarà il ritorno nella capitale. Allo stato, l'unico parlamentare uscente certo della ricandidatura è il senatore pentastellato Gianni Girotto, molto apprezzato dal movimento per il suo impegno in aula ma anche per il raccordo con il territorio. Ha rotto con i grillini, già un anno dopo il suo approdo a palazzo Madama, la senatrice Paola De Pin, di Fontanelle, passata al gruppo misto e quindi al Gal. In teoria, vicino a Direzione Italia di Fitto. «Devo ancora decidere, non mi riconosco nell'area del centrodestra», dice. La sensazione è che cerchi posizioni più centriste, ma per lei la strada è tutta in salita. L'altra uscente che potrebbe correre nuovamente è Laura Puppato, senatrice di Montebelluna. Vuol restare al Senato, potrebbe giocarsele nell'uninominale in patria, dove però non parte favorito il centrosinistra. Il listino plurinominale? È in coabitazione su scala regionale.Le altre due parlamentari Dem uscenti, Floriana Casellato e Simonetta Rubinato (Camera), non partono in prima fila. E in un Veneto letteralmente sacrificato dal Rosatellum, le poltrone sono pochissime, le dita di una mano. «Sono a disposizione», dice lei, «attendo di avere notizie». All'ex sindaco di Maserada non giova l'appartenenza all'anima orlandiana.

Rubinato, dal canto suo, ricorda che nel 2013 «mi sono candidata solo perché lo hanno deciso gli elettori, mentre oggi il partito ha deciso di non fare le primarie». E ancora: «Una mia candidatura ha senso solo se il Pd riconosce l'utilità dell'esperienza maturata in due mandati e mezzo, e il valore delle mie iniziative per l'autonomia dei Veneti, mettendomi in condizione di incidere davvero sulle scelte fatte a Roma». Non è musica per i renziani, specie l'accenno all'autonomia. E il recente congresso ha visto sconfitta l'ala dell'ex sindaco di Roncade, ora in minoranza nella Marca. Chi abbandona il Parlamento, nella fattispecie palazzo Madama è Maurizio Sacconi, 67 anni, e ben 7 legislature alle spalle. «L'ho detto più volte che non mi ricandido e non torno indietro, certo continuerò a fare politica, ma in altro modo, aiutando Parisi ed Energie per l'Italia», dice l'ex ministro del Lavoro, entrato alla Camera nel 1979, e più volte sottosegretario. Diversamente da lui, avrebbe voglia di continuare l'esperienza il resanese Franco Conte, senatore eletto con l'Ncd e poi entrato in Ap: «Resto di centrodestra, e voglio mettere a frutto l'esperienza di questi anni». Vicino a Lupi, Conte si trova ora nel rassemblement di tosiani, zanettiani di Scelta Civica, Udc e Ap. Ma quanto margine avranno, in una Marca dove la tenaglia Lega e Forza Italia rischia di lasciare ben poco agli altri alleati? A proposito di tosiani. Milita in "Fare" oggi Patrizia Bisinella, eletta con la Lega nel 2013, attuale compagna di Flavio Tosi, candidata sindaco a Verona. E nella città scaligera è attiva oggi la politica castellana. Infine, Marco Marcolin, l'ex sindaco di Cornuda (e candidatosi poi ad Agrigento), eletto con la Lega nel 2013, che nel 2016 ha abbandonato "Fare" di Tosi per aderire a Scelta Civica-Ala-Maie. Ora ritrova i tosiani nella quarta gamba del centrodestra. Ma più della volontà di correre contano i posti in lista, le percentuali, i meccanismi del Rosatellum. Andrea Passerini

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pubblicata il 02 gennaio 2018

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