Le mie proposte emendative al Decreto sulle Popolari Venete

15 luglio 2017

Con la liquidazione delle due Banche e il passaggio ad Intesa delle attività buone gli azionisti, grandi o piccoli, e in generale gli investitori, anche se retail (il ristoro agli obbligazionisti subordinati riguarda infatti solo coloro che hanno acquistato titoli direttamente da VB e BPVi sino alla data del 12 giugno 2014),  rischiano di non poter portare avanti le cause civili risarcitorie o di rimanere fuori dalla possibilità di insinuarsi al passivo della bad bank o comunque di non trovare nulla su cui rivalersi all'esito della liquidazione degli altri creditori. Sarebbe una grave ingiustizia per i tanti piccoli risparmiatori che avevano comprato quote di società cooperative prima che la riforma delle Popolari e la trasformazione in spa, stante il limite al diritto di recesso stabilito allora da Bankitalia, li trasformasse in azionisti. Non stiamo parlando di speculatori, ma di risparmiatori clienti delle Banche di cui è stata carpita la buona fede, con violazione dei doveri di informazione o di corretta esecuzione delle operazioni, da parte di soggetti autorizzati alla prestazione dei servizi di investimento finanziario, per indurli all'acquisto o detenzione di azioni o obbligazioni, spesso anche in connessione con la sottoscrizione di un mutuo o di un prestito.
Condivido che per la loro tutela servono innanzintutto procedure giudiziarie efficaci, con il riconoscimento delle responsabilità e con decisioni che siano conseguenti al riconoscimento delle responsabilità. Ma l'art. 47 della Costituzione che impone la tutela del risparmio (e qualche omissione degli organi della Vigilanza quanto meno non può non esserci stata, oltre alle responsabilità politiche di chi ha rinviato per almeno10 anni la riforma delle popolari) chiede a mio avviso un ruolo proattivo dello Stato. Proprio per la tutela in tempi ragionevoli del credito risarcitorio o restitutorio che questi risparmiatori frodati chiedono, insieme alle associazioni che si sono fatte carico del loro dramma finanziario e spesso anche umano, oltre che per garantire la continuità degli affidamenti alle imprese, ho presentato, in linea con le recenti prime sentenze dei tribunali e decisioni dell'Arbitro per le controversie finanziarie presso la Consob, una serie di emendamenti: cliccando qui trovi il testo degli stessi e la loro illustrazione. Purtroppo, essendo stato blindato il testo del provvedimento con la fiducia, mi sono dovuta limitare a trasformarli nell'ordine del giorno, che è stato approvato giovedì 13 luglio scorso all'unanimità dall'Aula. Confido pertanto che Governo e Parlamento, che si sono impegnati a cercare per questi risparmiatori delle soluzioni in prossimi provvedimenti, tengano fede a quanto chiesto con il mio ed altri ordini del giorno presentati con altri colleghi (clicca qui per leggerli). Lo stesso capogruppo Ettore Rosato, che aveva partecipato mercoledì 12 luglio scorso all'incontro che avevo organizzato con i rappresentanti delle associazioni dei risparmiatori e dei consumatori, ha dichiarato in Aula il giorno successivo: "Cercheremo di tutelare in ogni modo i risparmiatori, anche ricorrendo alle risorse che in futuro dovessero derivare dalla gestione dei crediti deteriorati". Un riferimento il suo alla relazione tecnica della Ragioneria dello Stato e di Bankitalia, che hanno riferito al Parlamento che dal realizzo dell'attivo della Liquidazione (che include oltre ai crediti deteriorati anche le partecipazioni ad equity, per un valore totale di 11,6 Miliardi), con una buona gestione delle sofferenze, e dopo aver recuperato le risorse impegnate dallo Stato (cioè dai contribuenti) dovrebbe residuare un miliardo di euro. È evidente che si scommette sul fatto che questa ripresa si consolidi e che, avendo di fronte un lasso di tempo più lungo, la potenzialità del recupero sia maggiore, dati che dovranno essere verificati solo nella pratica dei prossimi anni. 


pubblicata il 15 luglio 2017

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