Maggioranza battuta nell'Aula della Camera sulla proposta di incentivare il reclutamento degli alpini nelle regioni del nord. L'Assemblea di Montecitorio ha approvato, nella seduta di mercoledì 9 marzo scorso, con nove voti di scarto la richiesta del Pd, sostenuta da Idv e Fli, di rinviare in Commissione la proposta di legge, presentata per favorire attraverso alcuni incentivi il reclutamento delle penne nere nelle regioni dell'arco alpino, in Abruzzo e nella provincia di Isernia. Un provvedimento costretto a subire uno stop, con grande disappunto della Lega, per le assenze nei banchi del PdL.
Oggi gli Alpini sono composti per quasi il 70% da soldati provenienti dal meridione. Per riequilibrare la composizione geografica delle truppe, i parlamentari leghisti propongono agevolazioni fiscali e assistenziali ed incentivi ai volontari che risiedono negli stessi territori dove prestano servizio. Sta di fatto che al momento del voto la maggioranza non c'e': ci sono vuoti tra banchi del Pdl, e semivuoto e' il banco del governo, presidiato solo dai ministri Matteoli e Vito e dai sottosegretari Cossiga e Martini. Alla fine, la proposta del Pd di rinviare la proposta in Commissione per migliorarla passa per nove voti.
Il contestato progetto di legge, del quale l’Ana, associazione nazionale alpini, nemmeno era stata informata, prevede, tra le altre cose, di introdurre degli sgravi fiscali a favore dei volontari che aderiranno al reclutamento nei reparti delle truppe alpine. Sgravi fiscali che, secondo i deputati leghisti promotori della proposta legislativa, saranno a carico degli enti locali, Comuni e Regioni, e non dello Stato come invece dovrebbe essere visto che si tratta di una sua precisa competenza. E’ prima di tutto sotto questo profilo che questa proposta non regge e si dimostra, se non sarà modificata in meglio in Commissione, solo un’azione di propaganda.
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