A secco anche la Fornace - La Tribuna di Treviso

24 maggio 2015

Pagina 2, Primopiano

di Alessandro Zago wTREVISO Dopo Design della Moda la Marca potrebbe perdere anche la Fornace di Asolo. Una Marca che, guardando oltre la crisi, vanta realtà industriali di alto profilo tecnologico, eppure non riesce a consolidarsi come incubatore di innovazione: per motivi strutturali, mancanza di cultura legata alla formazione - al di là dei mille convegni - ma anche per le periodiche guerre intestine tra le categorie economiche, come quella appena scatenatasi per la successione alla presidenza della Camera di Commercio. E intanto perde i pezzi, i più pregiati. E infatti è di ieri la nuova doccia fredda: anche la Fornace di Asolo, brillante laboratorio di servizi alle imprese, è destinata a chiudere i battenti entro l’anno, anche in questo caso per mancanza di contributi soprattutto da parte di Camera di Commercio e categorie economiche. Camera di Commercio che chiude i rubinetti destinati a ricerca e innovazione, come per il caso dello Iuav, anche se il direttore di Confartigianato Francesco Giacomin, ma anche presidente della Fornace, attacca: «Lo Iuav dice che non ci sono i fondi necessari per restare a Treviso? E allora mi devono spiegare perché non hanno ancora presentato la rendicontazione degli ultimi due anni: più di un milione di euro che la Camera di Commercio ha già stanziato, e che potrebbe girare allo Iuav nel giro di pochi giorni. Perché lo Iuav non ha chiesto i soldi? Ecco: è la prova provata che aveva già deciso di andarsene da Treviso. Ma allora poteva evitare di sputtanare così la città, che evidentemente ritiene di serie B rispetto a Venezia». Insomma, i rapporti si sono ormai guastati, nonostante gli appelli al dialogo, come quello del sindaco di Treviso Giovanni Manildo. E quindi i corsi di Design della Moda dal prossimo anno accademico, tra roventi polemiche e scambi di accuse, lasceranno Treviso. Corsi di alto livello, con laureati contesi dai maggiori stilisti, che di anno in anno hanno visto però calare i contributi da parte della Camera di Commercio, principale finanziatrice del progetto, con attriti sempre più pesanti tra Iuav, ente camerale e categorie economiche. Fino alla mazzata di giorni fa: secondo la Ragioneria dello Stato, con la nuova riforma, la Camera di Commercio non può più finanziare corsi universitari. E le associazioni di categoria, da sole, non ce la fanno - o non vogliono - sostenere Design della Moda. Tra liti e incertezze, alla fine la direttrice Frisa ha comunicato agli studenti di preparare le valigie per Venezia. Eppure Camera e associazioni assicurano: era «addirittura» pronta una nuova sede per i corsi, all’Appiani. La deputata Pd Simonetta Rubinato dice: «Questa vicenda conferma che le istituzioni del nostro territorio devono ottenere l’autonomia necessaria a perseguire le specifiche esigenze dello sviluppo locale, come a Trento, contro i centralismi ministeriali. Ma anche la Regione ha le sue colpe: di mancata regia. Presenterò una interrogazione al governo». 

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pubblicata il 24 maggio 2015

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