Il Pd si spacca sullo stop alle primarie Rubinato insiste, minoranza alla guerra - Corriere del Veneto

01 novembre 2014

Pagina 5, Primopiano

VENEZIA Forse i renziani l’hanno fatta un po’ troppo facile. E’ vero che contro le primarie, e a favore di Alessandra Moretti, si sono già spesi 130 giovani amministratori, 9 deputati, 11 consiglieri regionali su 13, 6 segreterie provinciali su 7 e svariati dirigenti del partito d’ogni ordine e grado, e però a dar retta ai sussurri che si rincorrono nei corridoi del Pd la direzione convocata per domani alle 17, nel quartier generale di Padova (è stata anticipata di un giorno perché lunedì i parlamentari sono precettati a Roma), si annuncia tutt’altro che scontata e «pro forma», come invece era stato lasciato intendere giovedì dopo l’incontro tra il vice segretario nazionale Lorenzo Guerini, il segretario regionale Roger De Menech e i tre candidati in pectore Alessandra Moretti, Simonetta Rubinato e Giorgio Santini. La minoranza del partito si sta infatti organizzando, determinata a dar battaglia contro la decisione ufficiosa presa nel corso del vertice al Nazareno di bloccare le primarie già in agenda per il 14 dicembre e procedere con un’investitura unitaria della Moretti. 

Il primo segnale in tal senso arriva dalla Rubinato, che ieri ha convocato i giornalisti per ribadire la sua intenzione di scendere in campo (depositerà la candidatura in questo fine settimana) e confermare che rinuncerà alla corsa solo se sarà il partito ad imporglielo: «Noi ci siamo - ha detto circondata dai sindaci che la sostengono -. Resto convinta che le primarie siano un valore aggiunto e ritengo che una legittimazione di questo tipo sia necessaria, a prescindere dalla popolarità dei singoli candidati. Il Veneto è una sfida difficile ma non impossibile e sono certa che coinvolgendo gli elettori riusciremo a spiegare meglio che la vera alternativa a Zaia siamo noi». E intanto i termini per la presentazione delle candidature e l’avvio della raccolta firme è stato fatto slittare dall’1 al 3 novembre, così da prendere tempo. Secondo segnale: ieri De Menech aveva convocato per mezzogiorno una riunione con tutti i maggiorenti del partito, per stabilire in sede ristretta e riservata la linea da tenere nel corso della direzione (che conta un centinaio di persone), e Davide Zoggia, leader della minoranza in Veneto che da giorni sta cannoneggiando Renzi sulla legga di Stabilità, il Jobs Act e la rottura con la Cgil, non si è presentato. Non è difficile immaginare che i bersaniani intendano sfruttare l’occasione di domani per «dare una lezione» ai renziani di qui, ricordando loro che a queste latitudini possono ancora essere decisivi (specie nella sfida a Zaia, quando il Pd dovrà conquistare fino all’ultimo voto disponibile).Terzo segnale: l’irrequietezza dell’area Civati, ben sintetizzata dal pensiero di Laura Puppato: «Stiamo rovinando una cosa bella, le primarie, ed è davvero un peccato. Quel che sta accadendo è avvilente, stiamo commettendo gli stessi gravi errori del passato, non impariamo nulla. Le primarie sono uno strumento, è vero, ma in questo caso il metodo è sostanza: basta con i candidati calati dall’alto, va coinvolta la base in modo democratico». E poi, perché le primarie si dovrebbero fare per le elezioni comunali a Venezia e non per quelle Regionali? Quarto (e ultimo) segnale: le proteste nelle sezioni. La segreteria di Treviso, schierata con Rubinato, ieri ha avvertito con una nota: «Un passo indietro sulle primarie sarebbe incomprensibile per militanti e simpatizzanti». E un certo fastidio si registra anche dalle parti di Verona. Intanto, nel sondaggio attivato sul nostro sito, corriereveneto.it , lo stop alle primarie viene considerato «sbagliato» dal 68,5% dei lettori. 

Come andrà a finire lo si saprà soltanto domani (sempre che ci sia il numero legale, sennò slitterà tutto a martedì), nel frattempo Moretti sta intensificando la sua presenza sul territorio: ieri è stata prima a Mestre, a ExpoVeneto, e poi a Castelfranco, in visita alla cooperativa sociale Campo Verde e ad un incontro a sostegno di Laura Viola, unica donna tra i candidati alle primarie in città. 

Marco Bonet

Riccardo Bastianello

SCARICA L'ARTICOLO IN PDF


pubblicata il 01 novembre 2014

ritorna
 
  Invia ad un amico