Rubinato presenta il conto «Serve un nuovo congresso Mi candido alla segreteria» - Corriere del Veneto

04 giugno 2015

Pagina 3, Primopiano

TREVISO L’altra sera Maurizio Crozza, a Dimartedì , l’aveva ironicamente buttata sul ridere: «Questa volta in tutto la Moretti ha preso tre voti e tra l’altro tutti e tre pensavano che fosse Nanni… Se non ci fosse stata la Moretti, Zaia avrebbe preso meno voti... Berlusconi avrà anche sbagliato comizio un giorno prima del voto, ma la Moretti tre mesi prima ha proprio sbagliato regione...». Invece ieri mattina Simonetta Rubinato, a Treviso, l’ha messa decisamente sul serio: «Qui non ci sono né processi da celebrare, né rivincite da prendere. Qui c’è solo da riconoscere che è successo quello che purtroppo qualcuno aveva previsto. E non c’è nessuna soddisfazione a ricordare che l’avevamo detto, che saremmo andati a sbattere contro il muro». Così, nel giorno in cui la segreteria di Roger De Menech ha messo in discussione se stessa, l’ex concorrente alle primarie (battuta e doppiata proprio da Alessandra Moretti) ha lanciato di fatto la sua candidatura al prossimo congresso del Partito Democratico. 

Nella sede provinciale del Pd, segno di una battaglia da combattere dentro il partito, innanzi tutto sono stati analizzati i risultati delle elezioni, visti nel quadro degli ultimi vent’anni. Affluenza in caduta libera, calo parallelo dei voti per gli aspiranti presidenti e per le varie liste, costante superiorità del centrodestra sul centrosinistra, anomalo picco del Pd alle Europee del 2014 rispetto ad un andamento pressoché stabile fin dalle Politiche del 2008, clamoroso tonfo alle ultime Regionali. «A sconvolgere di più – ha osservato Paolo Pasi, analista politico dell’istituto Quaeris – sono i valori assoluti impressionanti: nel giro di un anno il Partito Democratico in Veneto ha perso 600 mila voti. Quello che è mancato sia nel 2010 che nel 2015 è il candidato che tira, grazie alla sua storia, alla sua capacità di governare, alla sua presenza nel territorio. Per gli elettori del centrosinistra, in questo il Pd è meno credibile, pur avendo ancora una grande carica di rappresentanza potenziale». 

Un tesoro che secondo Rubinato è stato però dilapidato a causa sostanzialmente di quattro errori. Uno: «Alessandra ha sbagliato a rispondere alla richiesta di candidarsi, passando da un ruolo all’altro senza portare a termine il mandato e attendere la pagella. Purtroppo adesso il conto lo paga lei ma lo paga anche il Veneto, che resta privo di un ponte importante con l’Europa». Gli altri tre: «È mancata un’efficace opposizione in consiglio regionale negli ultimi cinque anni, nel senso che non è passato fuori il messaggio del lavoro fatto dentro. Poi la campagna elettorale è stata gestita più a livello di staff di comunicazione che sul territorio fra la gente, oltretutto con l’autogol dell’attacco a Zaia anziché l’attenzione sulle nostre proposte. Ma soprattutto è stato voluto un congresso unitario, cioè finto perché privo di confronto delle idee, in nome dell’unità delle debolezze interne, con la conseguenza che gli organi interni sono lo specchio delle correnti e le primarie hanno fatto passare l’idea che avesse vinto la candidata scelta dall’apparato».  Proprio alle primarie Rubinato aveva partecipato, «per far sì che ci fossero». Con lo stesso schema la deputata annuncia di essere pronta a candidarsi alla segreteria, «se questo serve ad aprire un serio percorso congressuale fin dal giorno dopo i ballottaggi». La trevigiana rimarca di credere «nella leadership collettiva più che in quella individuale», convinta che «non basta cambiare il volto del segretario per rendere credibile il progetto», ma si mette «a disposizione per cominciare a costruire il futuro del Partito Democratico veneto, che dovrà avere una leadership forte com’è in Campania e in Puglia». Aprendosi però all’esterno: per questo riprenderà il laboratorio politico BarCamp. 

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pubblicata il 04 giugno 2015

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