C’erano tutti, ma proprio tutti: Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia, Attilio Fontana, presidente della Lombardia, Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, Giovanni Toti, presidente della Liguria. Dalla Sicilia è arrivato perfino il presidente Nello Musumeci. Faceva dunque un certo effetto non vedere ieri allo stesso tavolo del Meeting di Comunione e Liberazione, a Rimini, il presidente del Veneto Luca Zaia, visto che il tema del confronto era «le Regioni e l’autonomia differenziata». Ma come - si sono chiesti alcuni dei presenti - si parla della riforma chiesta dal Veneto, avviata dal Veneto, sospinta con un referendum popolare dal Veneto, fin qui condotta dal Veneto (al punto che proprio il Veneto, davanti allo stallo a Roma, ha invocato la crisi di governo), e non c’è il presidente del Veneto? «Mi pongo la domanda del peso politico della nostra regione...» ha commentato puntuta su Twitter l’ex parlamentare del Pd Simonetta Rubinato, tra le più accese sostenitrici della riforma. Ma la realtà è che Zaia non è mai stato invitato alla tavola rotonda in questione dagli organizzatori del Meeting, nessuno ha pensato di coinvolgerlo (come invece avevano tentato di fare qualche giorno prima, martedì, per un dibattito sulla sanità, invito declinato per problemi d’agenda) e alla sua segreteria non è mai pervenuto alcunché. Il rapporto tra il Veneto e Comunione e Liberazione, d’altronde, si è interrotto già da alcuni da anni, da quando, cioè, la Regione ha deciso di non realizzare più il suo stand nella Fiera di Rimini, come da prassi avviata da Galan (l’ultima edizione in cui la Regione è stata presente è stata quella del 2010)