Rimpalli sull'Autonomia: perché i parlamentari veneti stanno in silenzio?

25 luglio 2019

Sul Corriere del Veneto del 25 luglio scorso il presidente Mario Pozza evoca la possibilità che le aziende scendano in piazza per l'Autonomia, ricordando la manifestazione di Treviso del 2006, durante il Governo Prodi. Mi ricordo bene quella protesta contro l’inasprimento retroattivo degli studi di settore perché ero neoeletta da pochi mesi in Senato. Dal Gruppo delle Autonomie di cui facevo parte assunsi l’iniziativa di scrivere una lettera a Prodi (clicca qui per leggerla), di cui diede notizia il Sole 24Ore, chiedendo con altri colleghi un cambio di rotta della politica fiscale di Visco, da cui scaturirono prima un ordine del giorno, poi una mozione in materia di fisco e infine la correzione della norma sugli studi di settore. Ecco perché mi sento di fare due considerazioni: 1) lo stallo e il rimpallo di responsabilità sull’autonomia differenziata sono tali che l’ora di scendere in piazza come nel 2006 è arrivata, sia per le imprese che per i cittadini; 2) preoccupa il silenzio e la mancanza di iniziative sul tema dei parlamentari veneti, persino dei leghisti che evidentemente pensano che basti affidarsi a Salvini e Zaia. So per esperienza che l’autonomia di pensiero non sempre è gradita ai leader nazionali, ma ricordo che proprio deputati e senatori del Veneto sono chiamati per primi a dare rappresentanza e voce all’istanza di autogoverno espressa dal territorio nel referendum del 2017.

    

 


pubblicata il 25 luglio 2019

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