I dolori mestruali causano assenze dal lavoro o da scuola per 9 giorni l'anno. Lo rivela una ricerca pubblicata sul giornale medico BJM, condotta da un team di studiosi olandesi e rilanciata da Open. Circa una donna su sette, su un campione di circa 34.000 olandesi, ha affermato di assentarsi dal lavoro o da scuola per il ciclo. Il 3% ha dichiarato che questo avviene puntualmente, per ogni mestruazione. Ma solo una su cinque comunica al datore di lavoro la vera ragione dell’assenza. Le donne sotto i 21 anni mancano dal lavoro o da scuola tre volte di più rispetto alle altre.
In Italia il congedo mestruale non è riconosciuto per legge, come invece accade in paesi come Vietnam, Corea del Sud, Taiwan e Cina. In Giappone, la legge che lo riconosce è stata approvata 70 anni fa, nel 1947. Il 27 aprile 2016, i deputati Andrea Mura (M5s), Daniela Sbrollini (Pd), Maria Iacono (Pd) e Simonetta Rubinato (Pd) avevano presentato una proposta di legge che andava in questo senso, ma che non è mai stata approvata.
Produttività
Il calo della produttività a causa dei dolori mestruali è stato confermato dall’81% delle intervistate. «Le donne hanno dichiarato di non essere produttive come al solito, soffrono di mal di testa e non riescono a concentrarsi» ha affermato Theodoor Nieboer, uno degli autori della ricerca e ginecologo al Centro medico dell’università di Radboud, in un’intervista alla Cnn.
È forse per questo che il 68% delle partecipanti ha manifestato il desiderio di godere di orari più flessibili in termini di studio o lavoro durante il ciclo. «Il tema è ancora un taboo, nonostante ci troviamo nel secondo decennio del ventunesimo secolo», ha aggiunto Nieboer. «C’è bisogno di parlare più apertamente delle conseguenze sul lavoro dei sintomi del ciclo mestruale, e i datori di lavoro devono essere più aperti su questo tema con le dipendenti».