L’Autonomia differenziata determinerà davvero la secessione dei ricchi del Nord? Con il rischio di meno diritti e prestazioni per i cittadini del Sud? A chi lo sostiene chiedo: i cittadini in Italia hanno oggi forse gli stessi diritti e doveri? Davvero lo Stato sta garantendo i livelli essenziali (minimi) delle prestazioni civili e sociali in tutto il territorio della Repubblica, chiedendo in misura giusta a tutti i cittadini il contributo fiscale necessario a finanziare il costo che quei diritti hanno? Ogni cittadino, al Nord come al Sud, sente che non è così. Percezione confermata dai numeri contenuti in questa tabella, elaborata dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio più di un anno fa. Nella stessa si confrontano i livelli pro capite delle spese, delle entrate e dei residui fiscali per singole Regioni e macro-aree, nella media del periodo 2013-2015, sia sulla base dei dati di Banca d’Italia (che sono al netto degli interessi passivi sul debito pubblico), sia sulla base dei dati dei Conti Pubblici Territoriali. Prendiamo il dato dei CPT del Veneto: la spesa pubblica per abitante è di € 11.359, inferiore di € 2.321 alla media del Centro-nord e di € 1.358 alla spesa media nazionale e appena di poco superiore (+ € 447) rispetto alla spesa media del Sud e Isole. Questo significa che: o i cittadini residenti in Veneto, nonostante il notevole contributo fiscale da essi dato al Paese, sono penalizzati nella spesa storica di una cifra di ben 11,3 miliardi rispetto alla media del Centro-nord (€ 2.321 x 4.093.722 abitanti) e comunque di almeno 6,6 miliardi rispetto alla media nazionale (€ 1.358 x 4.093.722 abitanti) e dunque hanno diritto ad avere maggiori risorse per prestazioni, servizi ed investimenti sul territorio; oppure, se si ritiene che sia sufficiente la spesa di cui beneficiano per diritti, servizi ed investimenti già di buona qualità, che non c’è alcun bisogno di calcolare i costi standard, in quanto basta applicare la spesa media pro capite del Veneto a tutto il Paese. In questo secondo caso l’entità degli sprechi ed inefficienze del sistema Paese che gravano sulle spalle dei contribuenti italiani ammonterebbe a ben 82 miliardi (€ 1.358 x 60.391.000 abitanti). La mia domanda dunque al Governo Giallo-verde ed in particolare al M5S è: siete stati votati per il cambiamento, siete il Governo del Cambiamento, allora perché state difendendo il sistema fotografato da questi numeri e le classi dirigenti e le èlite che ne traggono rendite e privilegi? E’ evidente che un sistema così ingiusto, destinato ad alimentare il disavanzo pubblico ed a impoverire tutto il Paese, non può reggere a lungo e rischia l’implosione. Trovate credibile che una Regione con le enormi risorse di cui dispone la Campania possa avere una capacità fiscale pro capite di € 8.624, quando quella del Molise è di € 9.764? E’ necessario un profondo cambiamento di mentalità che, mettendo in discussione lo status quo, punti al miglioramento continuo delle Amministrazioni pubbliche, eliminando gli sprechi e creando valore per le persone e i territori. Ecco perché sostengo l’attuazione dell’Autonomia differenziata prevista dalla Costituzione, come mentalità orientata al miglioramento continuo, secondo l’approccio del metodo Kaizen, da sperimentare partendo dalle regioni già pronte ad applicarlo. Saranno i risultati positivi (+ sviluppo e + efficienza) a convincere tutti.