Dopo aver rilanciato su Report la battaglia contro l’Autostrada del Mare, definendola ‘un esproprio per privata utilità’, Simonetta Rubinato torna alla carica chiedendo a Zaia di sospendere la gara per la realizzazione con progetto di finanza di una superstrada a pagamento sul sedime dell'attuale strada regionale Tv-Mare per collegare l’A4 con le spiagge. “La Giunta regionale – spiega la parlamentare del Pd – sta proprio in questi giorni predisponendo la nomina della commissione di gara, avviando così la fase d’individuazione dell’aggiudicatario, snodo superato il quale per la Regione diventa definitivamente impegnativa l'attuazione del project. Ciò significa continuare ad ignorare il sistema di corruttela accertato dalla magistratura di cui era parte la società Adria Infrastrutture, denunciato dai sindaci del territorio sin dal settembre dell'anno scorso e con una mia interrogazione alla Camera nel luglio scorso”. L’opera, in project financing, è infatti stata proposta da Adria Infrastrutture, società, gestita da Claudia Minutillo e Piergiorgio Baita, finita nel mirino della Procura di Venezia. Società che secondo gli inquirenti sarebbe anche stata partecipata, attraverso dei prestanome, dall’ex presidente della Regione Giancarlo Galan e dall’ex assessore alle infrastrutture Renato Chisso, entrambi agli arresti domiciliari dopo il patteggiamento per le tangenti del Mose.
“La sospensione della gara – rilancia l’on. Rubinato – è necessaria per verificare se siano state rispettate le condizioni di legalità nella procedura, soprattutto alla luce di quanto dichiarato dal GIP del Tribunale di Venezia nella domanda di autorizzazione all’arresto del deputato Galan, con riferimento ad Adria Infrastrutture come esempio di ‘sistema corruttivo diffuso e ramificato, in cui il legame tra corrotti e corruttori era talmente profondo tanto che ogni affidamento di lavori o approvazione di project financing a questa società comportava un utile immediato per tutti i soci occulti'.
"Zaia non può continuare a far finta di niente e nascondersi dietro i dirigenti. I veneti chiedono segnali chiari: bisogna cambiare radicalmente il sistema di potere emerso dalle indagini sul Mose. La lotta alla corruzione è la prima azione per favorire lo sviluppo del Veneto a favore dei cittadini perbene e delle imprese corrette, dando spazio ai dipendenti pubblici onesti e sarà la nostra priorità già dalle primarie del Pd”.