La corruzione nella pubblica amministrazione allarma sempre più i veneti. Tanto che essa, in una classifica delle attività illegali redatta dall’istituto Quaeris, viene subito dopo lo spaccio di droga e l’ecomafia, ancor prima della prostituzione. Gli intervistati, un campione di 272 cittadini chiamato ad esprimere la sua opinione sul tema della legalità, ritiene che il comportamento ritenuto più grave è accettare denaro non dovuto (bustarella) in cambio di favori sul posto di lavoro (9,19 su una scala che va da 1 a 10).
Sono alcuni dei dati che verranno presentati domani a Caorle (ore 10-17), presso il luogo simbolo della comunità monastica di Marango, in occasione della tappa veneziana del BarCamp di Simonetta Rubinato, laboratorio politico itinerante promosso per raccogliere idee e proposte ‘dal basso’ in vista delle elezioni regionali 2015.
Il tema della legalità sarà al centro del confronto (nello stile del BarCamp gli intervenuti si daranno del ‘tu’) che vedrà intervenire, tra gli altri, anche Francesco Saverio Pavone, a capo della Procura della Repubblica di Belluno e già autore delle inchieste sulla mala del Brenta e Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Venezia, che parlerà in particolare del codice di comportamento etico degli industriali.
“I risultati di questa ricerca – commenta Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd – evidenziano come negli ultimi anni la preoccupazione dei veneti per la presenza di organizzazioni mafiose nel nostro territorio sia aumentata sensibilmente. Certo, le recenti indagini sul Mose possono aver influito sul giudizio degli intervistati; proprio per questo vogliamo ribadire con chiarezza che non è buono sviluppo quello che si fonda sull’illegalità e sugli interessi di pochi perché esso finisce con il venir pagato dalle comunità e dalle generazioni future”.