"E' grave che la Regione Veneto abbia perso l'opportunità di utilizzare 400 mila euro, stanziati dalla Presidenza del Consiglio e concordati in Conferenza Stato-Regione, per attuare progetti di prevenzione e contrasto ad una pratica cruenta di violazione dei diritti umani, la mutilazione genitale, che viene ancora praticata su numerose giovani donne (e sulle loro bambine) immigrate dai 26 paesi africani. Anche perché il Veneto, secondo un'indagine commissionata dal Ministero per le pari opportunità nel 2009, è la seconda regione italiana per presenza di donne provenienti dai paesi di tradizione escissoria. Per questo non posso che esprimere profondo rammarico per il fatto che nessun assessore regionale si sia attivato per predisporre un progetto necessario ad usufruire dei fondi statali utili a sostenere le iniziative sul nostro territorio. Mi auguro che il presidenza Zaia chiarisca al più presto i motivi di questa grave esclusione". Lo afferma Simonetta Rubinato, parlamentare del Pd e sindaco di Roncade (Tv).
"Ci sono associazioni che, anche in Veneto, oltre al lavoro delle aziende sanitarie e forze dell'ordine, sono impegnate quotidianamente a fare opera di sensibilizzazione tra le comunità straniere perché si abbandoni questa pratica" ricorda l'on. Rubinato che nei mesi scorsi ha incontrato in municipio a Roncade la direttrice di Tostan France, organizzazione non governativa impegnata in 8 paesi africani per lo sviluppo nel rispetto dei diritti umani, e il coordinatore dell'emigrazione del Senegal. "Queste realtà - osserva - chiedono aiuto alle istituzioni perché facciano conoscere alle donne africane che risiedono qui che la nostra legge vieta queste pratiche e che anche nei loro paesi d'origine si sta superando la tradizione infibulatoria. Oltre a progetti di formazione degli operatori soci-sanitari e dei mediatori e rappresentanti delle comunità immigrate, il primo fondamentale strumento è quindi organizzare corsi di lingua italiana. Ma per questo c'è bisogno di risorse e perderle così è davvero grave".