Figli indicatori di ricchezza? Indegno

08 gennaio 2013

"Uno strumento per il quale il numero di figli diviene indicatore di ricchezza non è degno di uno Stato civile che pone la persona e la famiglia al centro della sua azione". Lo afferma l'on. Simonetta Rubinato, componente della Commissione Bilancio della Camera, commentando l'entrata in vigore del nuovo redditometro. "La lotta all'evasione è sacrosanta, ma l'Agenzia delle Entrate - spiega la parlamentare del Pd - ha già moltissime fonti di informazioni, molte volte a carico dei contribuenti stessi, per stanare gli evasori. Questo strumento statistico, alquanto infarcito di ipotesi e presunzioni, rischia soltanto di ingolfare l'attività investigativa, creando tanti ‘falsi positivi' al test, finendo però con il defocalizzare l'attenzione sui veri evasori".

"Nonostante la ricchezza di strumenti a disposizione dell'Agenzia delle Entrate - osserva l'on. Rubinato - non mi sembra che i risultati alla lotta all'evasione conseguiti in questi anni, siano stati poi così eclatanti, perché recuperare 10/11 miliardi su 120 miliardi stimati di evasione sembra proprio il minimo risultato possibile. Credo che il direttore Attilio Befera farebbe bene a chiedersi se non sia il caso di cambiare strategia, tanto più che questo redditometro finirà per complicare la vita soprattutto ai contribuenti onesti, già oberati da mille adempimenti burocratici, costringendoli a tenere anche una contabilità familiare per dimostrare la fonte dei risparmi reinvestiti e ad impiegare i prossimi mesi per ricostruire tutte le spese fatte dal 2009 ad oggi. In tale contesto gravare i cittadini dell'inversione dell'onere della prova, costringendoli a dimostrare di non aver speso, in sfregio allo statuto del contribuente, se non è da ‘stato di polizia' è comunque inaccettabile in uno stato di diritto che nella propria Costituzione pone la pubblica amministrazione a servizio dei cittadini".

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pubblicata il 08 gennaio 2013

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