L'on. Simonetta Rubinato è tra i 75 firmatari, deputati e senatori, che hanno sottoscritto il documento elaborato da Walter Veltroni assieme a Giuseppe Fioroni e Paolo Gentiloni. Ecco come la parlamentare spiega le motivazioni della sua adesione: "Dobbiamo fare i conti con i dati di fatto: alle ultime regionali il Partito Democratico ha perso oltre il 43% dei voti in termini assoluti e anche ora, nonostante la palese crisi del Centro Destra e l'affanno del Governo, i sondaggi sono poco confortanti (alcuni parlano di quota 26% rispetto al 33,2% delle Politiche 2008). Sono dati che segnalano un progressivo distacco del partito da ampie fasce di elettorato che pure aveva creduto nel progetto originario del Pd. Per fermare questa deriva e riprendere un dialogo con la maggioranza del Paese (e in particolare nelle aree che come il Veneto ci vedono sempre più minoritari), ho ritenuto che questa fosse un'iniziativa politica positiva, fatta per rafforzare il Partito Democratico e non contro qualcuno, tantomeno l'attuale dirigenza. Per questo dico: non dobbiamo aver paura delle idee e del confronto che mirano a costruire un grande partito".
Secondo la parlamentare veneta, il documento "vuole promuovere un'iniziativa forte e coraggiosa per il rilancio del progetto di innovazione e riformismo del Pd. Non c'è alcuna intenzione di dare vita a una corrente, ad uno strumento chiuso nella logica della lotta interna, ma ad un movimento di partecipazione civile e popolare che si proponga il rafforzamento del consenso al Pd e del suo pluralismo, coinvolgendo forze interne ed esterne al partito, tornando ad appassionare energie che si sono allontanate e rischiano di disperdersi".
"La nuova situazione politica che si va delineando dopo il fallimento del berlusconismo - spiega l'on. Rubinato - rende ancora più necessario per il Paese un Partito democratico più forte e più aperto se vuole essere il perno di una proposta di Governo alternativa al Centro Destra per il cambiamento del Paese. Per questo progetto ci siamo uniti, mentre oggi veniamo percepiti dai cittadini e da tanti giovani come conservatori e non innovatori".
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