In vista del prossimo congresso provinciale trevigiano l'onorevole Simonetta Rubinato ha presentato attraverso il documento "Innovazione Democratica" un contributo al dibattito interno al partito, anche alla luce della prossima scadenza elettorale.
La proposta è aperta alla discussione e ad ogni ulteriore utile contributo da parte di chi si riconosca nella sua impostazione.
INNOVAZIONE DEMOCRATICA
Anche il nostro secondo congresso provinciale si apre nel quadro di una crisi politica a livello nazionale, quella apertasi nella maggioranza di centro-destra che accredita l'esito di probabili elezioni anticipate, mentre il Paese è nel mezzo di una crisi economica, sociale, etica, nazionale. L'Italia arriva all'appuntamento dei 150 anni dell'Unità stanca e sfiduciata, con una classe dirigente divisa e litigiosa, incapace di dare vita ad un progetto condiviso sul proprio futuro.
Nel nostro territorio, che più di altri deve fronteggiare l'imperativo del cambiamento che nasce dalle radicali trasformazioni in atto sul piano globale, la politica è ancor più percepita come lontana dai problemi ed incapace di prospettare soluzioni concrete ed efficaci. Le ultime elezioni regionali ci hanno consegnato dati impietosi: il partito dell'astensione è cresciuto in modo impressionante e il Partito Democratico ha perso in termini assoluti il 43,83% dei voti, anche se per la nostra provincia è stata positiva in questo contesto l'elezione di due consiglieri regionali.
Perciò riteniamo che questo sia il momento della corresponsabilità nell'interesse del partito e del nostro territorio. Da questa fase congressuale è necessario uscire con una proposta condivisa che rilanci il ruolo del Partito Democratico anche in vista delle imminenti scadenze elettorali. Occorre fare gioco di squadra, sforzandoci tutti di superare i personalismi e dimostrandoci capaci di qualificare una proposta programmatica forte ed innovativa di governo del partito e della provincia, in coerenza con le ragioni fondative del Partito Democratico.
Vogliamo contribuire ad un progetto che sappia valorizzare tutte le migliori energie interne e della società civile per rendere il nostro partito adeguato alle sfide del nuovo secolo. La rottura che si sta consumando all'interno del Centro Destra apre una nuova stagione politica anche a livello locale. Dobbiamo essere pronti a giocare un ruolo da protagonisti con un progetto che parli a tutta la società e soprattutto a coloro che oggi sono delusi da chi ha fatto tante promesse senza poi realizzarle nei fatti.
La domanda a cui dobbiamo rispondere in questa fase congressuale è come attrezzare il Partito Democratico provinciale per essere capace di offrire agli elettori un'alternativa credibile di governo nelle istituzioni locali.
Lo scenario attuale impone di orientarsi in maniera totale verso la domanda politica, cioè verso i cittadini elettori, saperli orientare, rappresentare e soddisfare. Una forza politica che ha l'ambizione di costruire un forte partito a base popolare e di essere il perno di un'alternativa di governo al centrodestra deve essere in grado di dare risposte innovative e al tempo stesso concrete e risolutive ai bisogni dei cittadini. A tal fine non può vincolarsi ad uno schema rigido, ma essere flessibile, per progettare obiettivi e strumenti per raggiungerli.
In sostanza occorre creare in tempi utili una cultura politica "nuova", mettendo in campo:
Il congresso deve essere l'occasione per porre al centro dell'azione del partito questi elementi, partendo da quelli a nostro parere centrali: un'efficiente organizzazione del partito e un programma politico per la provincia...
Un'efficiente organizzazione del partito
Un partito vive, cresce e dura nel tempo se è organizzato, se dispone di una struttura a supporto delle sue idee. L'organizzazione del partito è un mezzo per dare più forza alle idee e deve conformarsi ai contenuti, ai progetti, agli obiettivi che il partito si propone di conseguire. Quindi deve essere adeguata, efficiente, flessibile, non eccessivamente dispendiosa. Non già dunque ci si organizza e dopo si ricercano i contenuti: anzitutto il partito deve riempire il contenitore di idee, di valori, di progetti, quindi stabilire come muoversi, con quali strutture organizzative.
Un partito ha bisogno di politici, iscritti, di dibattiti, di congressi, di campagne politiche; esso ha bisogno di creare, alimentare, diffondere ideali per dimostrare che esiste, che sa progettare, che sa fare consenso; un partito funziona dunque se è organizzato, se ha una struttura costantemente presente, se ha una gestione, se dispone di un vertice pensante ed attivo.
Il nostro partito si potrà dire organizzato se sarà in grado di rispondere concretamente ai cittadini con compiti precisi, come:
- centro di elaborazione di idee, attivando sia al suo interno, sia al suo esterno una serie di contatti (mondo della cultura, mondo produttivo, mondo sindacale, associazionismo, ecc.) per analizzare temi, alimentare dibattiti ed elaborare idee;
- struttura che suscita ed organizza il consenso nella società, con una presenza attiva e non simbolica sul territorio attraverso i circoli, organizzati in rete per confrontarsi con le esigenze, con il nuovo, elaborando iniziative che si proiettino verso l'opinione pubblica, i ceti produttivi, le donne, i giovani, i pensionati, con proposte politiche, per ricercare il consenso necessario a portare avanti le idee ed il progetto politico;
- organismo che si propone di gestire attivamente le sue responsabilità nelle istituzioni;
- organismo che si propone di formare e selezionare, al suo interno e anche nella società civile, amministratori e dirigenti.
Il partito dovrà organizzarsi con un gruppo dirigente plurale in grado di portare avanti una nuova gestione unitaria per fare politica con continuità e programmazione, per aprirsi di più oltre agli iscritti anche agli elettori, ai simpatizzanti, perché il futuro sarà dei partiti che sapranno ascoltare, progettare, far partecipare i cittadini: questa è l'unica via per recuperare credibilità alla politica e rafforzare una democrazia partecipativa contro le pulsioni populistiche.
Occorre valorizzare la rete dei circoli come protagonisti anche nell'elaborazione delle proposte sui temi di interesse del territorio e non solo sugli organigrammi, anche attraverso gruppi di lavoro strutturati per competenze. Occorre coordinare e supportare con continuità la rete degli amministratori non solo per condividere eventuali nomine in enti sovracomunali, ma soprattutto per elaborare indirizzi comuni sui principali temi amministrativi, soprattutto di area vasta, dove siamo al governo, ma anche dove siamo semplici consiglieri comunali di opposizione. Occorre dare continuità al lavoro degli organismi del partito a livello provinciale responsabilizzandoli nella loro funzione e sui risultati della stessa (direzione, assemblea, tesoreria).
Il partito provinciale deve impegnarsi per ottenere un'adeguata rappresentanza della nostra provincia nelle candidature a livello nazionale (sia pur auspicando una riforma che riduca il numero complessivo dei parlamentari) e a livello europeo, con l'esclusione di candidature esterne al nostro territorio. Così pure va posto a livello regionale e nazionale il tema di una presenza veneta anche negli spazi televisivi nazionali assegnati al Partito Democratico.
Un progetto politico per andare oltre la provincia
La provincia di Treviso si è in questi ultimi anni contraddistinta come area trainante dello sviluppo del Triveneto per la particolare vitalità sociale ed economica, a cui non ha corrisposto sempre una pari capacità di rappresentanza e progettualità politica. Molto si potrebbe fare dunque per valorizzare le potenzialità del nostro territorio se la politica fosse all'altezza delle sfide che oggi il cambiamento globale pone alle istituzioni e agli attori sociali ed economici.
Il punto fondamentale su cui impegnarsi come partito è quello di mettere in campo anche nelle scelte politico-amministrative locali il coraggio della radicalità e dell'innovazione per delineare i modi concreti di attuazione di un nuovo modello di sviluppo equilibrato e dinamico della nostra provincia, dando risposta ai bisogni di modernità acuiti dalle sfide concorrenziali del mondo globalizzato e dalla crisi economica del 2008, attraverso un confronto permanente sia all'interno del partito che all'esterno (attraverso commissioni di progettazione condivisa con il mondo produttivo e del lavoro, del terzo settore e del volontariato) per definire proposte di intervento sui seguenti temi oggi prioritari:
- sostegno ai consumi e in favore dei prodotti locali;
- supporto alle piccole e medie imprese e all'innovazione del sistema produttivo locale, con particolare attenzione allo sviluppo di un'economia eco-compatibile;
- supporto al lavoro, in particolare quello giovanile, con interventi di sostegno alla flessibilità e riduzione della precarietà, oltre che di interventi per la riduzione dell'impatto sociale della crisi;
- aiuto al risparmio e al credito per aziende e cittadini.
E' sui temi concreti che dobbiamo accettare la sfida dell'innovazione e sperimentare una nuova cultura politica che connetta crescita economica, qualità della vita e coesione sociale, se vogliamo una Marca che sia:
- comunità incamminata verso un nuovo modello di benessere sociale, di qualità della vita, di riqualificazione del territorio e di sostegno allo sviluppo;
- una provincia leader, che sa costruire un nuovo ruolo all'interno del mercato globale e nella competizione tra i territori;
- una provincia network territoriale, che da costellazione diviene territorio sinergico e coeso, capace di affrontare le sfide della competizione globale e territoriale, puntando sul "fare sistema".
E su questo terreno la sfida principale da raccogliere è quella di tradurre in visione, progetti e organizzazione amministrativa quella realtà urbana che è l'area metropolitana costituita dalle province di Treviso, Venezia e Padova, non solo per razionalizzare e migliorare i servizi pubblici, ma anche per mettere questo territorio in condizione di competere alla pari con le più significative realtà urbane italiane ed europee.
La Provincia che i trevigiani si meritano: spunti per un programma.
Nella situazione attuale di crisi economica e di carenza di risorse per gli enti pubblici, l'Ente Provincia deve portare avanti una gestione rigorosa, con meno sprechi, più innovazione e meno burocrazia, valorizzando la funzione di indirizzo che è chiamata a svolgere in diversi campi.
Inoltre, nel nuovo scenario della globalizzazione, chi governa la Provincia dovrà da qui in avanti agire secondo logiche, azioni e strumenti di area vasta.
L'azione nel campo dei servizi pubblici dovrebbe caratterizzarsi per una capacità di indirizzo e controllo, con compiti perciò di programmazione più che di gestione diretta dei servizi.
Nel settore del trasporto pubblico il momento centrale e unico dell'iniziativa non può ridursi alla formazione di una azienda unica, anche se questa può rappresentare uno strumento importante, ma è prioritaria la definizione degli obiettivi che si vogliono perseguire e della conseguente organizzazione della mobilità provinciale, in un quadro di integrazione dei servizi su gomma e su ferro, di riqualificazione dell'offerta, di risposta alla domanda di mobilità delle aree forti ma anche delle aree deboli con modalità innovative. Entro questa prospettiva vanno affrontati i processi di riorganizzazione necessari per superare le contraddizioni e le irrazionalità presenti nella rete di trasporto pubblico locale e indicare le funzioni assegnate ai gestori del servizio.
I compiti che la Provincia può svolgere in merito alla viabilità non possono limitarsi ad interventi dispersi sul territorio, senza un disegno complessivo, in risposta anche a reali problemi, ma che tali sono perché molto spesso non si è affrontato il problema di una complessiva riorganizzazione della viabilità provinciale. Non possono essere certamente le rotonde il punto centrale della politica viabilistica provinciale, proliferate in ogni parte della provincia, anche dove non se ne individua la necessità, con l'obiettivo di segnare un attivismo sul territorio ed issare un cartello di pubblicità per l'ente.
Anche nel settore dei rifiuti e dell'ambiente più in generale la Provincia non può continuare a essere assente nella definizione delle politiche di settore, privilegiando l'intervento, del tutto improprio, in fatti gestionali. I risultati di eccellenza conseguiti nel campo dei rifiuti sono un patrimonio da valorizzare e sviluppare, anche con operazioni di riorganizzazione delle gestioni, ma sulla base di obiettivi di qualità e con le dotazioni di strutture e mezzi necessarie per una gestione efficiente e non alle dipendenze di soggetti esterni. La contrarietà all'inceneritore nel territorio trevigiano dovrà accompagnarsi ad un sostegno forte alle politiche che lo rendono non necessario per il nostro territorio.
Temi come quello delle cave non possono vedere la Provincia inseguire le singole situazioni con posizioni demagogiche, magari poi smentite dai rappresentanti della stessa area politica a livello regionale.
Su tutti questi temi non è possibile prescindere dal rapporto con i Comuni. Una capacità di dialogo e di confronto deve caratterizzare questo rapporto, in un clima di collaborazione tra diversi livelli istituzionali che consente alla Provincia di valorizzare la sua funzione di coordinamento delle politiche sul territorio.
Il tema della pianificazione territoriale e dell'approvazione degli strumenti urbanistici, sulla base delle deleghe ora affidate alla Provincia, saranno un terreno di prova di questa capacità di collaborazione con gli Enti locali.
La situazione della crisi attuale pone inoltre in primo piano i compiti istituzionali nel campo della formazione e dell'avviamento al lavoro. Una funzione decisiva che deve trovare in un rapporto con le categorie economiche e le organizzazioni sindacali il punto di riferimento per azioni efficaci e per la riorganizzazione dei servizi formativi, così da realizzare iniziative ed azioni adeguate alla realtà del nostro territorio.
Le scelte poi a livello di localizzazione degli istituti scolastici superiori dovranno essere coerenti con la domanda di questo servizio proveniente dal territorio, senza che prevalgono valutazioni di ordine economico e mirate alla valorizzazione di alcuni contenitori del centro città. Opportuna appare una proposta, sia pure di lungo periodo, di razionalizzazione della rete scolastica delle scuole superiori per ottimizzare anche le risorse logistiche esistenti, oltre che il servizio di trasporto scolastico.
Quanto alle alleanze, dovranno essere verificate sulla base del programma di governo che si propone per la Provincia. Il Partito Democratico ha al suo interno le risorse per presentare un'autorevole candidatura, pur restando aperto a candidature rappresentative esterne. Chi si candiderà dovrà in ogni caso garantire di portare avanti con continuità l'impegno programmatico condiviso.
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E' chiaro a tutti noi che il partito ha davanti una sfida tutta in salita. Affinchè il Partito Democratico tenga fede alla sua ragione fondativa di essere forza per il cambiamento e la modernizzazione delle Istituzioni è necessario che sia consentito a ciascuno al suo interno di portare un contributo attivo per realizzarlo. Solo un grande coinvolgimento ed un eccezionale lavoro di squadra di dirigenti ed iscritti, di rappresentanti istituzionali ed amministratori, di candidati e simpatizzanti può metterci in condizione di vincere questa sfida. E su questo impegno di coinvolgimento e di fare sintesi in un partito plurale dovrà misurarsi chi si candiderà alla segreteria provinciale.
On. Simonetta Rubinato
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