"L'Onu fermi la lapidazione di Sakineh"

02 settembre 2010

L'on. Simonetta Rubinato (Pd) ha aderito all'appello promosso dalle parlamentari di Camera e Senato per fermare la lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, cittadina iraniana accusata di adulterio. Nella lettera, indirizzata alla Commissione Onu per la Condizione femminile, si chiede inoltre che la donna sia liberata dal carcere di Tabriz dove da quattro anni è detenuta e dove sono recluse altre donne in attesa della medesima pena, tra loro anche minorenni. "Chiedere oggi la liberazione di Sakineh - spiega l'on. Rubinato assieme alle altre parlamentari - significa intercedere per ogni donna che rischia di subire la stessa ingiusta e disumana sorte in base a una legge che riteniamo barbarica".

Nel maggio scorso l'Iran è stato ammesso a far parte della Commissione dell'Onu per la Condizione Femminile. L'avvocato della donna condannata, Houtan Kian, ha dichiarato che la giustizia iraniana si accanisce su Sakineh solo «perché è una donna», che vive «in un Paese dove alle donne vengono negati i diritti più elementari». A Sakineh è stato impedito l'accesso a un processo equo, in una lingua a lei comprensibile. Ha subito la pena della fustigazione (99 frustate) davanti a uno dei suoi figli, è stata costretta a una confessione pubblica dopo essere stata accusata anche per concorso in omicidio del marito, di modo che venisse accelerato l'iter dell'esecuzione capitale, che potrebbe avvenire da un momento all'altro.

"Ci rivolgiamo a Voi - si legge alla fine dell'appello rivolto alla Commissione delle Nazioni Unite - con il cuore pieno di angoscia sperando di riuscire a scongiurare questa tragedia, memori anche di quanto la tenace mobilitazione della comunità internazionale ha potuto fare in passato per Amina Lawal, la giovane donna nigeriana anch'essa condannata alla lapidazione per adulterio, che alla fine venne assolta".

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pubblicata il 02 settembre 2010

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