Approvata con voto di fiducia la manovra finanziaria

30 luglio 2010

L’Aula con voto di fiducia ha approvato in via definitiva il disegno di legge, nel testo già votato dal Senato, di conversione del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, recante misure urgenti in materia di stabilizzazione finanziaria e di competitività economica. Dopo l’attività svolta in Commissione Bilancio (di cui abbiamo dato conto nella precedente newsletter), l’on. Simonetta Rubinato è intervenuta in aula martedì 27 luglio per commentare gli effetti di una manovra che “peggiorerà e non migliorerà la situazione del Paese”. In particolare si è soffermata sull’impatto negativo che essa avrà sulle autonomie locali, ricordando che la pubblica amministrazione è il settore principale in cui il Paese può recuperare competitività e produttività per dare aiuto e sostegno anche al settore privato. Non si può continuare soltanto a tagliare in modo indiscriminato, ma vanno invece studiati i meccanismi della spesa per riqualificarla. La stretta sui saldi  che il Governo chiede agli Enti locali è insostenibile e li costringerà a tagliare importanti servizi, con ricadute pesanti sulle famiglie e sui più deboli. Senza scordare le ricadute negative sull’economia, a causa del blocco degli investimenti.  In applicazione del c.d. Lodo Jotti il Gruppo del Pd ha presentato per ogni deputato un unico emendamento. Dunque quelli presentati in Commissione dall’on. Rubinato sono stati assegnati ad altri Colleghi, salvo quello (il n. 2.03) che mirava a rendere meno pesanti gli effetti della manovra sui bilanci dei Comuni sottoposti al patto di stabilità, che la parlamentare trevigiana ha scelto di riformulare per l’Aula, aggiungendo delle nuove proposte con riferimento alla gestione associata delle funzioni fondamentali dei Comuni e allo scioglimento delle società partecipate da enti locali.

Si tratta dell’emendamento numero 2.0200, che mirava a introdurre un nuovo art. 2-bis per ridurre e rendere flessibili gli stanziamenti di bilancio dei ministeri e a modificare l’art. 14 nelle parti che incidono sulla finanza locale con l’obiettivo generale di riequilibrare il contributo delle Pubbliche Amministrazioni alla manovra correttiva, chiedendo un maggiore sforzo di contenimento della spesa ai ministeri centrali e riducendo il peso dei tagli sugli enti locali, in particolare sui Comuni. Con tale emendamento si chiedeva al Governo di rivedere gli attuali criteri relativi alla virtuosità e alla premialità degli enti locali, ritenuti iniqui, proponendo come strumento utile per individuare i Comuni più rispettosi di una linea prudente nella gestione delle risorse loro affidate l’assenza di valori deficitari rispetto ai parametri indicati dal decreto del Ministro dell’interno del 24 settembre 2009 per  gli enti strutturalmente deficitari, oltre alla considerazione della situazione peculiare in cui versano gli enti locali sottodotati in termini di trasferimenti (come quelli veneti e pugliesi, ad esempio).
Con l’emendamento si prevedeva altresì di  non conteggiare ai fini del patto di stabilità interno le spese effettuate dai Comuni per far fronte a interventi urgenti per il sostegno di minori, anziani e famiglie disagiate,  per la sicurezza urbana, per la manutenzione di edifici scolastici e di immobili comunali ad uso pubblico, per la salvaguardia idraulica e idrogeologica del territorio, nonché, a decorrere dall’anno 2011, i contributi erogati dai Comuni alle scuole d’infanzia paritarie non statali nelle Regioni in cui tali scuole coprono almeno il 55 per cento dell’offerta del servizio (si tratta della Regione Veneto e della Regione Lombardia).
 Con l’emendamento si sopprimevano anche  gli ulteriori privilegi assegnati, durante il passaggio della manovra al Senato, al Comune di Roma e ai Comuni sciolti per mafia.
Nella riformulazione dell’emendamento per l’Aula si proponeva la modifica delle norme ordinamentali relative alla gestione delle funzioni fondamentali dei Comuni, prevedendo che i Comuni che eroghino i servizi essenziali in condizioni di efficienza a costi standard possano continuare a svolgere anche singolarmente le funzioni fondamentali. Infine, con riferimento alla norma che impedisce ai Comuni con meno di 30.000 abitanti di costituire società pubbliche e di dismettere quelle già costituite, si proponevano dei principi e dei criteri per valutarne la sana ed efficace  gestione del servizio, sia ex ante per la costituzione, sia  ex post  per la loro permanenza.  Possono infatti esistere società sane che gestiscono in modo efficiente dei servizi pubblici anche se sono di proprietà di Comuni con meno di 30.000 abitanti e società in perdita ed inefficienti detenute da grandi città. Non può essere quello demografico un criterio per  giudicare l’efficienza delle società pubbliche.

Nella seduta del 28 luglio, l’on. Rubinato è intervenuta per illustrare l’ordine del giorno a sua firma (il n. 122) sull’art. 41 della manovra (“Regime fiscale di attrazione europea”). Esso chiede al Governo di impegnarsi ad estendere anche alle imprese italiane l’agevolazione fiscale introdotta nel decreto legge n. 78/2010 a favore delle imprese dell’Unione europea che decidono di avviare un’attività economica nel nostro Paese, le quali possono scegliere il regime fiscale più favorevole tra quelli vigenti nei 27 Paesi europei (per sé, i propri dipendenti e collaboratori). La norma in vigore è discriminatoria, infatti, nei confronti delle nostre imprese e dei nostri lavoratori e prevede una sorta di aiuto di Stato a favore delle imprese estere, anche se è possibile che essa non sia così appetibile dopo che il Senato ha fissato un limite di tre anni per godere di queste agevolazioni. L’odg chiede poi in particolare agevolazioni fiscali per favorire le imprese nuove ed innovative con sede in Italia: chi decide di investire in queste imprese nella prima fase di sviluppo (cosidetta start-up), in cui devono sostenere costi elevati per realizzare prodotti di cui non si conoscono ancora gli sbocchi commerciali, può detrarre fiscalmente il 100% dell’investimento. L'odg propone infine per i gruppi di imprese residenti in Italia l'obbligatorietà del cosiddetto consolidato fiscale mondiale per i gruppi di imprese aventi sede in Italia al fine di contrastare azioni elusive nei cosiddetti paradisi fiscali e insieme semplificare e rendere più trasparente il loro rapporto con il fisco italiano. L’ordine del giorno è stato accolto dal Governo: speriamo che possa seguirne qualche iniziativa normativa concreta.

L’on. Simonetta Rubinato ha poi sottoscritto gli ordini del giorno n. 23 e n. 83, presentati rispettivamente dal collega Toccafondi (con cui si chiede il reintegro degli stanziamenti 2011 per le scuole paritarie dopo il taglio di oltre 220 milioni deciso dal Governo nella manovra triennale dell’agosto 2008) e del collega Graziano (con cui si chiede che siano soppresse anche le sezioni regionali dell’Agenzia per la gestione dell’Albo dei segretari provinciali e comunali, essendo stata soppressa dalla manovra la relativa Agenzia nazionale).

 

mimetype  SCARICA L'INTERVENTO IN AULA DELL'ON. SIMONETTA RUBINATO DEL 27 LUGLIO SCORSO  (68 KB)

mimetype  SCARICA L'INTERVENTO IN AULA AD ILLUSTRAZIONE DELL'ODG N. 122 DEL 28 LUGLIO SCORSO  (44 KB)


pubblicata il 30 luglio 2010

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