Il voto alla Camera tra domani e giovedì - Corriere delle Alpi

07 novembre 2017

Pagina 17, Cronaca

SAPPADA Il voto della Camera su Sappada potrebbe materializzarsi già domani o, al più tardi, giovedì. L'improvvisa accelerazione sarebbe imposta dall'esigenza di non lasciar spazio alla sospensiva predisposta dall'on. Menorello e firmata anche da Rubinato, Pd, e Secco, Gruppo Misto. Con De Menech, Pd, che oggi farà da sponda, con una propria iniziativa. Per bloccare eventuali ripensamenti, i vertici dei partiti di Montecitorio potrebbero andare rapidamente alle dichiarazioni di voto e, quindi, al voto. «Non si esclude già mercoledì pomeriggio», anticipa l'on. Simonetta Rubinato, «se in qualche modo non interverrà il presidente del Veneto, Luca Zaia, chiedendo un'audizione, sulla base delle importanti novità referendarie del Veneto e di Belluno».Ieri il dibattito alla Camera, continuato per oltre un'ora ha visto prevalere i sì per il distacco di Sappada dal Veneto e il ritorno al Friuli. Il sì di Gianna Malisani, friulana, Pd, di Federico D'Incà, bellunese, M5S, della triestina Sandra Savino, Fi, di Paolo Coppola, friulano, Pd. Il no, invece, di Roger De Menech, bellunese, Pd, e di Simonetta Rubinato. Trevigiana, Pd. I loro interventi hanno dimostrato che Sappada spacca i partiti. Senz'altro il Pd, tra veneti e friulani. Senza dubbio anche i forzisti, tra veneti e friulani, anche in questo caso.L'on. D'Incà in un lungo ed appassionato intervento ha rilanciato la necessità del Fondo di confine per i Comuni veneti alla frontiera con il Friuli: 20 milioni l'anno, almeno per tre anni. La provincia di Belluno - ha detto - perde mille abitanti all'anno: il 5,2 per cento della popolazione se ne va ogni 12 mesi. «In questo modo Belluno sarà deserta fra pochi anni per non parlare delle presenze turistiche, che sono diminuite di un milione e 200 mila unità dal 2000, nonostante il bellunese possa contare sulla quasi totalità delle Dolomiti».De Menech ha rilanciato, prevedendo anche lui, come D'Incà, un effetto valanga. «Io avevo proposto due emendamenti, per provocare», ha dichiarato in Aula. «Se tutti gli otto comuni che hanno già un referendum passato dovessero passare, ciò costerebbe allo Stato 9 milioni; e lo ha detto il collega D'Incà: se tutti i comuni della provincia passassero, ci vorrebbero 110 milioni. Noi oggi siamo nelle condizioni di dire a questi comuni che domani possono fare questa operazione? Se la risposta è sì allora affronto con più tranquillità Sappada; se la risposta è no, per me c'è una grande tristezza, perché corriamo il rischio di creare figli e figliastri».Rubinato, dal canto suo, ha rilanciato il dovere di una pausa, spiegandone puntualmente i motivi. A cominciare dalla necessità di una legge costituzionale.(f.d.m.)

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pubblicata il 07 novembre 2017

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