Offshore, bufera in Parlamento - Il Gazzettino

08 luglio 2017

Pagina VI, Cronaca Venezia

«Il porto off shore è un progetto strategico non solo per Venezia ma per tutto il Paese visto che la Cina ha confermato la disponibilità a investirci almeno 800 milioni di euro. Forse qualcuno in Italia è fin troppo miopie e colpito da interessi dei vari orticelli». Le parole sono quelle dell'on. Simonetta Rubinato che ha pronunciato ieri mattina alla Camera dove si è discusso del progetto del porto artificiale al largo di Venezia. A sollecitare il Governo sulla questione era stata le stessa deputata del Pd facendosi promotrice di un'interpellanza urgente bipartisan condivisa tra gli altri con i deputati veneziani Martella, Mognato, Zoggia, Murer, Zanetti e Causin. A preoccuparli in particolare le dichiarazioni del presidente dell'Autorità di sistema portuale, Pino Musolino, che ha detto che «la piattaforma d'altura non serve, lo dice il mercato, e comunque non ci sono investitori interessati per cui la progettazione sarà ultimata entro fine anno, ma non credo vedrà mai la luce».A rispondere per conto del Governo è stato il viceministro Filippo Bubbico. «Esistono numerose perplessità espresse dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti sul progetto e dell'indisponibilità di finanziamenti pubblici se non per una parte molto limitata e relativa solo alle banchine a terra del Terminal Montesyndial ha detto Quindi permane una grande incertezza sui costi di esercizio del nuovo terminal e sulla sua reale competitività».La risposta del Governo, prevedendo in questa fase la sola approvazione del primo lotto, permette di procedere con i lavori per la riconversione e riqualificazione dell'area di crisi industriale di Marghera e riconosce almeno implicitamente la necessità di un'ulteriore fase istruttoria. «Mentre pure ieri nel corso di un incontro a Pechino il gruppo italo-cinese 4C3 ha ribadito la strategicità del progetto e ha confermato la disponibilità a investirci almeno 800 milioni di euro ha quindi replicato Rubinato -, qualcuno in Italia pensa di cancellare un'opera già inserita nella programmazione delle infrastrutture strategiche e dotata di finanziamenti a partire dalla legge di stabilità 2013, mettendola su un binario morto. Sollecito quindi il Governo a procedere in modo rigoroso alla verifica della sostenibilità tecnico economica di questo progetto, come da impegni presi, e quindi a sottoporla in modo trasparente al confronto nelle sedi istituzionali, in particolare in Comitatone». Se ne riparlerà, dunque, a settembre.

 

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pubblicata il 08 luglio 2017

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