Pagina 17, Economia
di Albino Salmaso wPADOVA Riuscirà mai il Veneto a fare un gioco di squadra per salvare le due popolari dal rischio “bail in”? Pare proprio di no. Il governatore Zaia continua ad accusare il governo Gentiloni di trascurare il Veneto e di voler invece salvare Mps, mentre il sottosegretario all’Economia Baretta chiede al leader leghista di attivare la finanziaria Veneto Sviluppo e una cabina di regia per raccogliere quel miliardo di euro chiesto dall’Ue per ricapitalizzare i due istituti. Appelli al dialogo con relative polemiche arrivano dai parlamentari Pd Rubinato, Puppato e Santini ma il botta e risposta prosegue da una settimana senza passi avanti e nel Veneto balza alla mente il confronto con la stagione d’oro del “forzaleghismo”, quando bastava una telefonata ad Arcore per radunare un centinaio di imprenditori e capire quale fosse il loro contributo nelle operazioni strategiche: la dialettica bipartisan tra Palazzo Balbi e Palazzo Chigi si è interrotto nel 2010, con l’arrivo di Luca Zaia in Regione che ha imboccato la strada del referendum dell’autonomia: «Con Roma non si tratta». Anche ieri il leader della Lega ha rincarato la dose: «La credibilità dell’Italia in Europa è andata a zero oppure c'è un disegno per far fuori le banche perché sono del Veneto: si utilizzano due pesi e due misure, infatti Mps ha avuto più di 8 miliardi di euro di interventi e il Veneto zero. Chiedere al mercato di ricapitalizzare vuol dire raccontare solo “storie”: secondo voi gli industriali che hanno un miliardo di euro vanno a comprare delle banche che il giorno dopo si trovano Roma, la Banca d'Italia, il ministero delle Finanze, la Bce, la Guardia di Finanza all’ingresso?» con la ricapitalizzazione statale prevista. «La vera tragedia è un’altra: queste banche stanno progressivamente andando in difficoltà per gli Npl, cioè i crediti deteriorati». Peccato che a creare gli “Npl” cioè i “buchi” in bilancio di Bpvi e Veneto Banca, siano state le grandi aziende fiaccate dalla crisi del 2008: la mancata restituzione dei fidi ha prodotto la svalutazione delle azioni a 10 centesimi e l’ingresso di Atlante, perché i “Grandi Soci” non hanno mai aperto il portafoglio. A farne le spese sono state 210 mila famiglie che si trovano bruciati i risparmi di una vita di lavoro. Ora siamo al rush finale, in attesa di capire chi vincerà il braccio di ferro tra il ministro Padoan e Bruxelles. Da queste riflessioni parte Simonetta Rubinato, deputata Pd, che a Zaia pone diverse domande: «Quali azioni suggerite dalla Commissione d’inchiesta regionale sulla crisi del sistema bancario veneto sono state messe in atto dalla Regione? I tecnici avevano suggerito di cercare, con Veneto Sviluppo, meccanismi per intervenire proprio a supporto di quelle imprese del territorio finanziate dai due istituti che, in difficoltà per la richiesta di rientro del credito venute meno le garanzie, meritano una seconda chance. Meccanismi che avrebbero consentito di ridurre proprio il quantitativo di Npl, la cui svalutazione costituisce per le norme europee il principale ostacolo alla ricapitalizzazione precauzionale con fondi pubblici». Analisi raffinata e non da comizio di piazza, quella di Simonetta Rubinato: «Il governo ha messo a disposizione per la ricapitalizzazione precauzionale, sino a 20 miliardi di euro di cui 4,7 per le popolari venete, cui si aggiunge il beneficio fiscale previsto dalla modifica dei parametri dell'Ace contenuta nella manovra in discussione alla Camera, quantificato in 1.150 milioni di euro per Mps e 712 milioni di euro per Veneto Banca e BpVi. Non sono risorse piovute dal cielo ma denaro dei contribuenti, buona parte dei quali veneti». Laura Puppato rincara la dose: «Alla massima autorità politica della regione si chiede di seppellire l’ascia di guerra perché la responsabilità per quanto è accaduto dovrebbe impedire di procedere sul terreno franoso della speculazione: è ora di indossare tutti la maglia della nazionale e salvare le banche venete». Immediata la replica di Silvia Rizzotto, capogruppo lista Zaia in regione: «Nessuna lezione da chi ha concesso quand’era sindaco la cittadinanza onoraria di Montebelluna a Consoli». Chiude il dibattito il senatore Giorgio Santini: «Zaia ha sempre applaudito ai successi di Zonin e Consoli sfoderando l’orgoglio veneto dei “paroni a casa nostra”: ora deve cambiare disco e aiutare le famiglie a salvare i risparmi depositati sui conti correnti».