Negoziato autonomia del Veneto: la disponibilità del Governo Renzi c'è, ora Zaia si sieda al tavolo

25 maggio 2016

La lettera che il Ministro agli affari regionali Enrico Costa ha inviato lunedì 16 maggio scorso al governatore Luca Zaia ha confermato la disponibilità del Governo Renzi ad avviare la trattativa con il Veneto per il riconoscimento di forme di maggiore autonomia (clicca qui per leggere la lettera).

Io stessa avevo avuto modo di sollecitare in tal senso il neo ministro in alcuni incontri informali alla Camera (in cui avevamo parlato anche del caso di Sappada) e il 17 maggio scorso, in particolare, nel corso di un colloquio di circa un’ora con il ministro Costa presso il suo ufficio ho avuto modo di affrontare in modo più approfondito alcuni temi: oltre alla necessità di dare ascolto alle istanze specifiche di autonomia del Veneto, ho riportato la situazione di disagio degli amministratori veneti, che, paradossalmente, proprio perché in passato hanno contenuto la spesa corrente e quella del personale più di altri risultano oggi da alcune norme in vigore per gli enti locali i più penalizzati, sia nella disponibilità di risorse per fare investimenti a causa del perdurare nella distribuzione del Fondo di Solidarietà Comunale del distorsivo criterio della spesa storica (stante il ritardo nell’attuazione del federalismo fiscale) e dei tagli lineari susseguitesi a partire dal 2010 (cessati solo con la Stabilità 2016), sia nell’assunzione di personale (è paradossale che comuni come quelli trevigiani, con una media di 3 dipendenti ogni mille abitanti non possano assumere qualche giovane in luogo di chi va in pensione, mentre la media dei comuni a livello nazionale è quasi di 7 dipendenti ogni mille abitanti: su questo v. l’interrogazione da me presentata).

Come ho dichiarato nell’intervista fattami dal Mattino di Padova dopo l’incontro col ministro: “ritengo che a questo punto, invece di continuare a mandare quotidianamente comunicati in cui sottolinea la sua scarsa simpatia nei confronti del governo nazionale, Zaia debba sedersi al tavolo, portando dati, e dimostrando la sua capacità negoziale. Il federalismo è stato introdotto con la riforma costituzionale del 2001. Mi chiedo perché la nostra Regione abbia cominciato a chiedere l’autonomia nel 2016. Il mio emendamento alla legge di stabilità sull’autonomia differenziata è entrato in vigore il primo gennaio 2014: ricordo che nel dicembre 2013 Zaia disse che “non si poteva pensare di curare un malato grave con l’aspirina”. Bene, prendo atto che lui allora non credeva all’articolo 116 e che ora ha cambiato idea. Certo è che chi guida una Regione deve portare a casa dei risultati, ma il cavallo di battaglia dell’indipendenza gli serviva per vincere le Regionali del 2015. Ebbene, ora Zaia deve ricordarsi che l’hanno eletto i veneti. Quella che deve affrontare è una salita ripida, che richiede un passo lento e continuo. Ma se riuscirà a strappare maggiore autonomia, sarà un bene per tutti, non solo per la Lega Nord”. Leggi l’articolo integrale a questo link: http://mattinopadova.gelocal.it/regione/2016/05/18/news/ora-luca-resti-seduto-al-tavolo-1.13497621.

Anche nell’intervista al Tg di ReteVeneta del 21 maggio scorso ho invitato il presidente della Regione Luca Zaia alla concretezza: si sieda da subito al tavolo con il Governo per trattare le competenze e le risorse da trasferire al Veneto, cogliendo la disponibilità espressa dal ministro degli Affari regionali Enrico Costa. Quanto al referendum sull’autonomia, Zaia non cerchi alibi: il via libera della Corte Costituzionale è arrivato nel luglio dell’anno scorso e se il Governo nega l’election day non ci si fermi alle polemiche procedurali e si scelga un’altra giornata. Quello che conta è dare quanto prima la parola ai veneti. Anche perché accorpare il referendum dell’autonomia del Veneto al referendum costituzionale rischia di dividere i veneti e compromettere il risultato politico di un vero e proprio plebiscito a favore dell’autonomia. Clicca qui per vedere l’intervista integrale:https://youtu.be/5Hct7uwy2bM

Piuttosto è opportuno accorpare in un’unica data il referendum per l’autonomia del Veneto e un altro referendum regionale, quello per dare la parola ai cittadini dell’attuale comune di Venezia sul riconoscimento o meno dell’identità civica e amministrativa di Mestre e Venezia in due municipalità distinte, che sia Zaia che il sindaco Brugnaro si erano impegnati in campagna elettorale a indire con i Comitati che si battono per la separazione di Mestre e Venezia.


pubblicata il 25 maggio 2016

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