Autostrade, grande holding non sia strumento per evitare gare pubbliche

10 febbraio 2016

Nel corso del question time di giovedì 21 gennaio scorso in Commissione Ambiente e Infrastrutture ho ribadito nella mia replica al sottosegretario Del Basso De Caro che ha risposto alla mia interrogazione di quasi due anni fa in materia di tariffe e razionalizzazione delle autostrade (clicca qui), la necessità nell’interesse degli utenti di procedere con gare pubbliche nell'assegnazione delle concessioni autostradali in scadenza.  Invece abbiamo letto sulla stampa che ancora una volta non si procede tramite procedure di gara pubblica nel rinnovo delle concessioni autostradali all'Autostrada del Brennero (A22) e ad Autovie Venete (A4). Anzi, partendo proprio dall'operazione già avviata di costituzione di due nuove società interamente pubbliche per la gestione di queste due autostrade, esponenti politici veneti bipartisan, in dichiarazioni pubbliche sulla stampa, prospettano l'ipotesi di una nuova grande holding pubblica, funzionale all’affidamento in house della gestione della rete autostrade del Triveneto, in cui entrerebbero anche le autostrade venete Cav e Brescia-Padova.

Concordo sulla necessità di una razionalizzazione delle concessioni oggi in essere, proposta già contenuta nella mia interrogazione del 9 luglio 2014: cinque concessionari (considerata anche Autostrade per l'Italia, che gestisce la A27) per poco più di 300 km di rete autostradale sono troppi e le attuali commistioni gestionali generano partecipazioni incrociate con inefficienze e diseconomie a danno degli utenti. Ma occorre fare attenzione: l'operazione della holding ipotizzata sulla stampa da esponenti politici veneti bipartisan passa per l'acquisto in proprietà pubblica delle partecipazioni oggi detenute da privati. Esattamente il contrario di quanto si sta facendo nel campo delle partecipate pubbliche che erogano servizi essenziali come acqua e gas, che invece si vogliono privatizzare. Siamo sicuri che sia questa la strada per meglio tutelare l'utenza autostradale del nostro territorio? E dove si troveranno le risorse per acquistare le quote azionarie delle società concessionarie detenute da azionisti privati e banche, che hanno tra l'altro finanziato gli investimenti già effettuati? Qual è il ruolo dell'Anas nell'operazione?

In ogni caso temi così rilevanti dovrebbero essere oggetto di un confronto approfondito, aperto e partecipato. Anche perché la strada maestra per una maggiore trasparenza ed efficienza delle gestioni è l'effettiva distinzione tra amministrazioni pubbliche concedenti, che devono svolgere le gare ed esercitare i dovuti controlli, e società concessionarie che si devono occupare della gestione. Infatti qualche giorno dopo la nostra denuncia, lo stesso organo di stampa ha intervistato il tecnico Bortolo Mainardi, che ha ribadito le stesse criticità (clicca qui). Invece non mi risulta che l'argomento sia stato mai messo all'ordine del giorno degli organismi del Partito Democratico Veneto.

Quanto, infine, alle tariffe a carico dell'utenza autostradale, pure oggetto della mia interrogazione, ho invitato il Governo, essendo in via di definizione la proroga del protocollo di sperimentazione con Aiscat per le agevolazioni ai pendolari, a considerare altre ipotesi a favore del pendolarismo per ragioni di studio o lavoro o per sottoporre o assistere un familiare a cure mediche, che richiedono lo spostamento in centri specialistici fuori della propria provincia, nonché a favore di pratiche virtuose come il car pooling.

 

VEDI SUL TEMA L'ARTICOLO DE 'IL GIORNALE DI VICENZA' DEL 23 GENNAIO SCORSO »


pubblicata il 10 febbraio 2016

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