Zaia accusa Bankitalia «Pronto il nostro fondo» - La Tribuna di Treviso

19 dicembre 2015

Pagina 5, Primopiano

VENEZIA Sull’asse Roma-Venezia si consuma il giorno più lungo per i risparmiatori. Mentre ieri la Camera si esprimeva sulla sfiducia al ministro Boschi per la questione Banca Etruria, in Veneto era il giorno infinito dell’attesa - delle promesse e delle proposte - in vista dell’assemblea di oggi di Veneto Banca, ché la china imboccata dall’istituto di credito di Montebelluna e della Popolare di Vicenza ha assunto contorni in parte simili a quelli - assai più gravi - di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti. Ed ecco quindi che il governatore Luca Zaia, che verosimilmente oggi non sarà all’assemblea a Volpago, torna a garantire la discesa in campo della Regione «pronta ad avviare un fondo di solidarietà a sostegno dei risparmiatori più colpiti attraverso la finanziaria Veneto Sviluppo», pur ribadendo che «serve un intervento del governo e della Bce altrimenti vanno gambe all’aria tutte le banche. Lo Stato o decide di metterci due piedi o va a finire male». E dopo aver bacchettato la Banca d’Italia che «doveva controllare» perché «è la realtà che garantisce il risparmiatore, e in alcuni casi qualche dubbio inquietante ci viene», aggiunge: «Dobbiamo distinguere le singole situazioni, speculatore e poveretto che si è trovato azionista, valutando posizione per posizione. Un fondo ci vuole, siamo in grado di farlo partire, anche se è più facile farlo per le aziende entrate in fase di stress per le azioni in pancia. È stata istituita una Commissione d’inchiesta sul Mose e così si fa anche per questa partita. Non sono giustizialista ma bisogna fare chiarezza». E mentre il M5S affonda l’iniziativa che vede in campo Veneto Sviluppo, tra gli interventi messi in campo dal Consiglio regionale ci sono, oltre alla commissione d’inchiesta, anche l’assemblea ad hoc convocata per gennaio a palazzo Ferro-Fini sul sistema creditizio veneto. «Quella di Zaia è una boutade, vuole coprire un buco con un altro buco» sostiene Jacopo Berti, capogruppo dei grillini in Consiglio riferendosi al recente intervento della Corte dei Conti su Veneto Sviluppo per «interventi rischiosi che hanno portato a una perdita milionaria». Non solo. La Regione, spiega infatti, «non ha competenze tecniche ma politiche, quindi l’unica cosa che possiamo fare è guidare i cittadini e fare chiarezza: la gestione creditizia deve restare vicina al cittadino» ecco perché secondo Berti «dopo che la Banca d’Italia si è girata dall’altra parte, ora l’unica via possibile è rimandare l’assemblea in attesa di avere nomi e bilanci finora stati secretati. Sarebbe una follia gettarsi nella vasca degli squali nel momento di massima opacità dell’acqua». Quindi annuncia: «Diciamo no al pacchetto voluto dalla Banca centrale europea, che chiede la quotazione in borsa dell’istituto: entrare in borsa equivale a farci mangiare dai colossi internazionali, dagli squali della finanza». Dal canto suo Alessandra Moretti, capogruppo Pd in Consiglio regionale, ha chiesto e ottenuto la convocazione dell’assemblea straordinaria: «Ci sono 4 punti cardinali all’interno dei quali dobbiamo orientare la bussola della Regione: esigere trasparenza, difendere i risparmiatori, tutelare il sistema economico veneto e agire in modo compatto: sia a livello regionale, che nella collaborazione con il Governo. Il 2 ottobre avevamo chiesto ufficialmente la convocazione delle audizioni dei presidenti delle banche al centro delle vicende di questi giorni: finalmente ora si terranno» dice impegnandosi a garantire un rapporto di costante dialogo tra Regione e Governo oltre che con l’autorità nazionale anti corruzione. Ma il binomio commissione e consiglio straordinario incontra un favore bipartisan: «Bisogna attirare l’attenzione su di noi anche a livello nazionale» sostiene il consigliere forzista Massimiliano Barison «ancora troppo spesso si pensa che tanto in Veneto si sta bene, che siamo tutti ricchi. Ma la gente è disorientata e noi dobbiamo fare chiarezza e riaccendere la luce sul sistema bancario locale affinché venga preso in considerazione anche a livello nazionale». Intanto, per dare «un segnale di fiducia a chi ha investito nella banca e a chi si sta impegnando per farle superare la crisi», la deputata Pd Simonetta Rubinato, si dice pronta all’acquisto di azioni di Veneto Banca «servono tutte le iniziative possibili per appurare eventuali responsabilità delle autorità di vigilanza, viste le carenze nei controlli che stanno emergendo. Per questo serve che la commissione d’inchiesta parlamentare sia messa in condizione di indagare presto e bene, anche al fine di suggerire eventuali modifiche normative a tutela dei piccoli risparmiatori. Non si possono invocare» conclude, rivolta al governatore Zaia «l’autonomia e l’indipendenza quando tutto sembra andar bene e invocare poi il Governo nazionale quando il problema, che si è ignorato a lungo, si aggrava e non si sa più che pesci pigliare». Parole che non mancano di suscitare la reazione della maggioranza in Consiglio: «La deputata dimentica che quelle azioni non sono negoziabili, sicuramente in assemblea troverebbe tanti azionisti pronti a vendergliele, è solo una questione di prezzo» dicono i capigruppo di Lega e Zaia Presidente Nicola Finco e Silvia Rizzotto: «La vigilanza bancaria e sulla Borsa sono competenza esclusiva del Governo, sicchè ora deve essere lo Stato a salvare i capitali». (s.z.)

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pubblicata il 19 dicembre 2015

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