Sblocco lavori socialmente utili nel passaggio del D.L. 154/15 alla Camera

10 novembre 2015

Mercoledì 4 novembre scorso alla Camera, ho svolto la dichiarazione di voto per il gruppo del Partito Democratico (clicca qui) sulla conversione del decreto legge n. 154/2015, emanato in considerazione della necessità e dell'urgenza di dettare delle norme immediatamente operative  in materia economico-sociale concernenti decoro e funzionalità degli edifici scolastici, programmi di ristrutturazione delle grandi imprese in stato di insolvenza ed interventi finanziari in zone colpite da eventi calamitosi.

L’articolo 1, in particolare, liberando risorse immediatamente disponibili e utilizzabili dagli enti locali per 110 milioni di euro, che si aggiungono ai 150 milioni per il 2014 e ai 130 milioni per il 2015 già stanziati, consente di procedere nell’attuazione del programma “scuole belle” che, insieme con il programma “scuole nuove” ed il programma “scuole sicure”, costituisce le tre linee di intervento del piano di edilizia scolastica particolarmente ambizioso che il Governo si è impegnato a realizzare nel luglio del 2014 e che muoverà nell’arco di tempo di tre anni, dal 2013 al 2015, 3,3 miliardi di euro, contro i 5,2 miliardi di risorse investiti in 16 anni tra il 1996 e il 2012. Cifra rilevante considerata la crisi della finanza pubblica intervenuta dal 2008.
Essendo questo decreto legge concentrato su pochissime tematiche è stata molto limitata, anche sul piano dell’ammissibilità formale, la possibilità di emendamenti per trovare soluzioni, che pure sarebbero auspicabili e urgenti, ad una serie di problematiche evidenziate dall’ANCI per consentire agli enti locali una chiusura finanziariamente ordinata e sostenibile dell’esercizio in corso.
Tra le pochissime proposte emendative ammesse ed approvate c’è stato l’emendamento che ho presentato, dopo essere stata contattata nel mese scorso da amministratori locali del territorio trevigiano, per rimediare al blocco dei lavori socialmente utili nelle amministrazioni pubbliche (comuni, scuole, Ipab, case di riposo...) che ha creato da settembre scorso rilevanti disagi nella continuità dell'erogazione di servizi all'utenza, come la pulizia di scuole e palestre o lo svolgimento di attività nelle biblioteche e in altri uffici comunali, visto che solo in Veneto nel 2014 sono stati ben 7.470 i progetti autorizzati dalla Regione per impiegare lavoratori in mobilità come manutentori o amministrativi (vedi il servizio di Rete Veneta).
Il problema è sorto con l’entrata in vigore il 24 settembre scorso del decreto legislativo n. 150, il settimo decreto attuativo del Jobs Act, che limita l’applicazione delle norme previgenti sugli LSU (artt. 7 e 8 del decreto legislativo n. 468 del 1997) ai soli progetti in corso alla data del 24 settembre, demandando la stipula dei nuovi accordi fra Regioni e amministrazioni interessate all’impiego dei lavori socialmente utili all’adozione di una nuova convenzione quadro predisposta dalla nuova Agenzia per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), che deve ancora essere istituita.
Con l’art. 1-bis (inserito a seguito del mio emendamento che trovi a questo link), una volta pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione (formalità che dovrebbe essere espletata a giorni, visto che il 25 novembre scorso il Senato ha a sua volta approvato in via definitiva la conversione in legge del decreto legge n. 154), potrà continuare ad applicarsi la normativa previgente (ovvero gli artt. 7 e 8 del decreto legislativo n. 468/1997) a tutti i progetti di attività e lavori socialmente utili “che hanno avuto inizio prima della data di adozione della convenzione quadro” di cui al decreto legislativo n. 150/2015.

Infine il decreto legge all’art. 3 stabilisce una riduzione degli obiettivi finanziari del Patto di Stabilità interno per l’anno 2015 in favore degli enti locali interessati dagli eccezionali eventi metereologici del 13 e 14 settembre 2015, che hanno colpito i territori delle province di Piacenza e Parma, per un importo di poco più di 14 milioni di euro, misure che seguono alla riduzione degli obiettivi del Patto di Stabilità per l’anno 2015 in favore dei comuni di Dolo, Pianiga e Mira, colpiti dalla tromba d’aria dell’8 luglio 2015, per complessivi 7,5 milioni di euro.
In sede referente è stato peraltro inserito il comma 1-bis che esclude, dal saldo valido per l’anno 2015 ai fini del rispetto del Patto di Stabilità interno, le spese sostenute dagli enti locali, anche per fare fronte ai danni causati da altri eventi calamitosi verificatisi quest’anno, per i quali sia stato deliberato dal Consiglio dei Ministri lo stato di emergenza. In relazione all’articolo 3 ho colto quindi l’occasione per fare il punto sull’azione di Governo in materia di emergenza per le calamità (clicca qui per vedere il link dell'ultima parte della mia dichiarazione in Aula).
Nel disegno di Legge di Stabilità per il 2016 il Governo ha, infatti, stanziato 100 milioni di euro aggiuntivi sul Fondo per le emergenze nazionali, che arriverà, quindi, per il 2016 a 250 milioni, e ha previsto, per la prima volta, uno stanziamento di un miliardo e mezzo di euro per indennizzi a privati, cittadini e imprese il cui patrimonio sia stato danneggiato da eventi calamitosi.
Infine, sul piano strutturale, ho ricordato che proprio in contemporanea lo stesso giorno, a Palazzo Chigi, si stava procedendo alla sottoscrizione degli accordi di programma tra Governo e Regioni per l’avvio di 33 importanti cantieri dei 132 previsti dal Piano aree metropolitane contro il dissesto idrogeologico, un piano che vale 1,3 miliardi di euro ai quali si aggiungeranno altri 7 miliardi, già stanziati, per i prossimi 5 anni. In tutto sono 8,3 miliardi di euro gli investimenti previsti, cifra che rappresenta quello che altri Governi hanno destinato a questa materia in 15 anni.


pubblicata il 10 novembre 2015

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