Pd veneto, rinviato il congresso - Il Gazzettino

16 ottobre 2015

Pagina 12, Nordest

Roma, cioè il Pd nazionale, ha sospeso il congresso del Pd del Veneto rinviando al periodo compreso tra l’1 marzo e il 31 maggio 2016 le elezioni di segretari e assemblee regionali. Non solo del Veneto ma anche di Puglia e Liguria, cioè le tre regioni chiamate al voto in seguito alle dimissioni delle segreterie. Lo ha comunicato ai diretti interessati il vicesegretario, Lorenzo Guerini. Motivo: attendere che vengano approvate - a dicembre - le modifiche allo statuto sul metodo di elezione degli organismi regionali. Con le quali dovrebbe avere maggior peso il voto degli iscritti rispetto all’attuale modello delle primarie aperte. Di quanto si tornerà indietro e come sarà dettagliato questo maggior peso è proprio la materia in discussione adesso. «Queste modifiche - ha spiegato Guerini - saranno al vaglio della prossima assemblea nazionale del Pd. L’obiettivo è che tutti gli organismi siano eletti con le stesse regole». Cosa cambia per il Pd veneto che nell’assemblea del 3 ottobre aveva fissato il suo calendario? Nel documento conclusivo si parlava di «percorso congressuale da concludersi entro febbraio» e da svolgere «con le nuove regole nazionali». Conclusioni piuttosto in linea con le indicazioni arrivate ieri dal vicesegretario Guerini. Ma si può parlare di un livello nazionale che detta le condizioni a scapito delle decisioni dei territori? «Per niente, il nostro cronoprogramma non cambia - spiega Roger De Menech, il segretario dimissionario incaricato di traghettare il partito - Vorrà dire che al posto di fine febbraio terremo il congresso a inizio marzo. Questione di giorni. Il contesto che avevo delineato a Padova il 3 ottobre resta confermato. Siamo in attesa di conoscere la bozza del nuovo statuto e poi convocheremo a metà novembre la prevista assemblea organizzativa». Conferma invece i noti accenti critici la deputata Simonetta Rubinato: «Premesso che il Pd è un partito federale, trovo controproducente il centralismo democratico in una realtà come il Veneto dove non c'è un partito diviso e settario. Il problema qui è lo scollamento con la società veneta dimostrato dalle ultime elezioni. Per cui - aggiunge Rubinato - fare un congresso straordinario vero e con regole aperte alla partecipazione (analoghe a quelle che hanno condotto all'elezione di Renzi a segretario) è uno strumento non di destabilizzazione, ma di cambiamento utile». Mentre non è contrariato dal rinvio Davide Zoggia, deputato della minoranza bersaniana: «Non è un problema la settimana o il mese in più. Concentriamoci invece sul cambio delle regole e soprattutto su alcuni appuntamenti pubblici da organizzare in Veneto. Questi mesi non passino senza che il Pd riprenda l’iniziativa politica». La lettera di Guerini, se non si può dire sia mirata a prendere tempo, conferma comunque che Roma non ha fretta di arrivare ai previsti avvicendamenti, frutto per lo più di sconfitte elettorali di renziani. E semmai preferisca spegnere un po’ alla volta la furia di chi vorrebbe ricambi radicali e immediati. Quanto agli assetti futuri dei democratici veneti, le diverse "anime" del partito vivono una naturale fase di attesa: di conoscere le regole, lo schema del gioco e chi saranno i giocatori.

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pubblicata il 16 ottobre 2015

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