Gratuito patrocinio diritto fondamentale per l'accesso alla giustizia dei meno abbienti

05 agosto 2015

Il 20 luglio scorso ho depositato alla Camera un’interrogazione al Ministro della Giustizia (clicca qui), chiedendo al Governo di procedere urgentemente all’emanazione del decreto ministeriale per l'adeguamento all'inflazione del tetto reddituale stabilito per poter accedere al beneficio del patrocinio a spese dello Stato, interrogazione che è stata condivisa anche dall’Unione Ordini Avvocati del Triveneto riuniti il 18 luglio scorso in assemblea a Gorizia.

Ebbene, grazie all'impegno di parlamentari ed associazioni di categoria, ci siamo riusciti. Con DM del 12 agosto scorso è stato aumentato il tetto reddituale che era fermo al 30 giugno 2012 e che impediva a molti cittadini meno abbienti di poter usufruire del patrocinio legale a spese dello Stato. L'adeguamento, pari a poco più di 200 euro aggiuntivi consente a circa 80.000 cittadini in più di poter utilizzare l'istituto. Si trattava di una grave inadempienza, che pregiudicava il diritto riconosciuto dalla Costituzione italiana e previsto nella stessa Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea di consentire alle fasce sociali più deboli l'accesso effettivo alla giustizia, considerato che il sensibile aumento dei prezzi al consumo avvenuto nell’ultimo biennio, certificato dall'Istat, ha impoverito il potere di acquisto delle famiglie italiane, aumentando la platea di quanti non potevano accedere al beneficio di essere difesi a spese dello Stato.

Rimangono tuttavia ancora da chiarire alcuni aspetti fiscali: i soggetti richiedenti l’ammissione al beneficio sono infatti penalizzati anche da differenti interpretazioni da parte dell’Amministrazione giudiziaria sulla determinazione esatta del reddito al netto degli oneri deducibili. La mia interrogazione resta dunque valida per affrontare questa questione.

Il tema del gratuito patrocinio è anche l’oggetto di una proposta di legge (clicca qui) della collega on. Anna Rossomando, di cui io sono tra i primi firmatari insieme ai colleghi Maino Marchi, Federico Massa e Mino Taricco. La nostra proposta suggerisce un meccanismo molto semplice per rendere effettivo il diritto al gratuito patrocinio per i meno abbienti per ovviare al problema che lo Stato non paga (o ci mette anni a pagare) i legali, disincentivando così la disponibilità degli stessi: nella proposta si introduce il meccanismo della compensazione fiscale in modo che gli avvocati che hanno un credito verso lo Stato per la difesa di cittadini meno abbienti possano portarlo in compensazione con quanto è da loro dovuto per Irpef, Iva, contributi previdenziali. La nostra iniziativa è stata illustrata in una conferenza stampa presso la Camera dei Deputati lo scorso 29 luglio (leggi il comunicato stampa), che ha visto la partecipazione dei massimi esponenti del mondo dell’avvocatura che sostengono la proposta: il presidente del Consiglio nazionale forense Andrea Mascherin, il segretario Unione camere penali italiane Francesco Petrelli con il responsabile dell’Osservatorio sul gratuito patrocinio Savino Murro, il vice presidente della Cassa forense Valter Militi, la presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura Mirella Casiello, accompagnata dal coordinatore della commissione Oua sul gratuito patrocinio Alberto Vigani, il presidente del Movimento forense Massimiliano Cesali.


pubblicata il 05 agosto 2015

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