Pagina 12, Cronaca
di Alessandra Vendrame «Se i Comuni dovessero far pagare l’Ici alle materne paritarie, la maggior parte delle nostre scuole sarebbe costretta a chiudere». A temere il peggio per il futuro degli asili parrocchiali trevigiani è Stefano Grando, presidente della Fism, la Federazione delle scuole materne paritarie di Treviso. Il campanello d’allarme scatta all’indomani della pronuncia di una sentenza della Cassazione sugli istituti scolastici religiosi di Livorno, dove il Comune ora può chiedere alle scuole paritarie di pagare l’Ici. Sarà un’altra sezione della stessa commissione a dover riesaminare il caso. Intanto il presidente Fism trevigiano prova a mettere le mani avanti, spiegando quali conseguenze ci si potrebbe aspettare se l’Imu provasse a batter cassa per la prima volta sugli immobili delle materne parrocchiali della Marca: «Per correre ai ripari le scuole sarebbero costrette ad alzare le rette. E dunque a tassare le famiglie. Oppure dovrebbero pagare i parroci di tasca propria. Le scuole paritarie non partono certo da una situazione di avanzi di cassa. E questo tutti i nostri sindaci lo sanno bene». Per questo la Fism trevigiana annuncia di esser pronta a dar battaglia all’avvento dell’Imu sulle paritarie, dovesse, come accade a Livorno, presentarsi alla porta delle proprie scuole: «Tutti i sindaci trevigiani conoscono bene qual è la situazione delle nostre paritarie. Fossero costrette a chiudere, il problema come un boomerang andrebbe a colpire gli stessi Comuni», mette in chiaro Grando. Intanto nella Marca, anche senza Ici, sui bilanci delle scuole paritarie continua a piovere sul bagnato. Con i fondi per l’anno scolastico 2014-15, concluso ormai a giugno, dovuti da parte della Regione e del ministero, che devono ancora giungere a destinazione: «Finora la Regione ha saldato il debito di due anni fa, sia per scuole materne che per gli asili nido», spiega Grando, «Dell’anno scorso invece stiamo ancora aspettando i contributi per gli asili nido. Mentre quelli dovuti per le materne e i nidi nell’ultimo anno scolastico dovrebbero arrivare, speriamo, ad Agosto». Si calcola che ciascuna scuola materna paritaria trevigiana sia ad oggi in credito dalla Regione di una cifra che oscilla tra i 30 mila e i 40 mila euro; i contributi dovuti per l’anno scolastico 2014-15. In provincia di Treviso sono 229 le scuole materne della Fism. Ogni giorno accolgono in classe un esercito di 17.800 piccoli alunni e danno lavoro a 1.200 maestre e 400 dipendenti. Tutte le scuole hanno dovuto mettere in conto una riduzione del 10% dell’orario di lavoro per le insegnanti. Alla conta si aggiungono una decina di scuole che nell’ultimo anno si sono viste costrette a richiedere la cassa integrazione per le proprie maestre. Sul problema Ici prende posizione anche la deputata del Pd Simonetta Rubinato: «Il punto non è tanto l’esenzione a fini Ici per queste scuole, se sia o meno aiuto di Stato secondo la normativa europea. Il nodo centrale che va finalmente affrontato è piuttosto se l’ordinamento italiano sia conforme o meno a ben due risoluzioni europee che impongono agli Stati membri di riconoscere la libertà di scelta educativa e di insegnamento, anche con le sovvenzioni pubbliche necessarie. Queste sentenze amplieranno l’ingiustizia che già esiste a danno della libertà d’istruzione. Si parla di esenzione per le paritarie ma non è chiaro: si apra un tavolo di confronto a palazzo Chigi».